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Aglio rosso di Nubia, una preziosa gemma del nostro territorio.

Post n°136 pubblicato il 18 Gennaio 2020 da nuvolabianca_1968

La contrada di Nubia, sospesa fra le vigne e 

gli ulivi, incastonata fra le saline di Trapani 
e la montagna di Erice, è una sorta di epicentro 
dell’aglio rosso, una gemma preziosa legata a 
doppio filo alla terra e al mare.

Risultati immagini per aglio rosso di nubia


L’area di produzione si estende da Paceco aSalemi; 
in tutto novanta ettari. Si semina tra novembre e 
dicembre (a volte anche in gennaio) e si raccoglie 
tra maggio e giugno, essiccato sui campi. 
L’odore è così intenso anche per il suo contenuto 
di allicina nettamente superiore alla media. 
Ha un bulbo costituito da dodici bulbilli, le tuniche 
esterne bianche e quelle interne di colore rosso vivo. Confezionato in trecce, anche di cento teste ciascuna, 
la tradizione vuole che si lasci appeso ai balconi. 
In attesa di finire a spicchi nel mortaio di legno, 
insieme a basilico, olio, pomodoro e mandorle: 
gli ingredienti della pasta col pesto alla trapanese. 
Presidio slow food, è fondamentale nella pizza 
locale per eccellenza, la rianata (sarde salate, 
pomodoro, prezzemolo, origano, aglio e pecorino). Naturalizzato in Sicilia, i primi a portarlo nelle 
cucine dei  trapanesi furono gli spagnoli; c’è una 
zuppa, imparentata con il gazpacho, che più di 
ogni altra storia  tradisce le sue origini iberiche: il salamoreci, acqua, sale, aglio e pomodoro 
(a Marsala di chiama matarocco), l’antica colazione 
dei salinai durante le infuocate giornate primaverili. 
Una sua declinazione contadina è l’agghia pistata
una zuppa di pane raffermo, acqua fredda, pomodori seccagni, aglio, basilico e olio di oliva. Indispensabile 
nel cuscus di pesce, l’aglio di Nubia regna sovrano 
in quasi tutti i piatti della cucina di mare. «Una nota musicale – spiega lo chef licatese Pino Cuttaia – che conferisce ai piatti un tocco sempre diverso».


 
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