QUER FATTACCIO

blog di politica, notizie curiose, amenità varie in ordine più o meno sparso, così come mi vengono nello Zibaldone della mia mente...

Creato da Quer_fattaccio il 03/02/2010

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QUANDO IL POPOLO ITALIANO E' PREDA DELL'ANTIPOLITICA

Post n°49 pubblicato il 04 Maggio 2010 da Quer_fattaccio

QUANDO IL POPOLO ITALIANO È PREDA DELL' ANTIPOLITICA

La Prima guerra mondiale è l' occasione per far nascere un popolo? «Arriva la prima guerra di massa. La prima guerra di massa porta per la prima volta, uno accanto all' altro, i contadini e l' ufficialità, cioè i giovani intellettuali, i quali già si stanno avvicinando al partito nazionalista e hanno come punto di riferimento culturale Gabriele D' Annunzio (che i suoi adepti, per inciso, dopo la spedizione di Fiume, vorrebbero addirittura alla guida della marcia su Roma al posto di Benito Mussolini). In quell' occasione, nella Grande Guerra, una coscienza nazionale si forma e, entro certi limiti, anche una lingua, perché i dialetti si contaminano nella comunicazione fra le truppe. Al ritorno dal fronte, la parte intellettualizzata e nazionalista costituisce uno degli affluenti nel fiume del fascismo, mentre la parte plebea, con l' intuito politico di Mussolini, viene accontentata da quel po' di socialismo che all' inizio c' è nel movimento fascista. La necessità di appoggi e di denari, come sappiamo, trasforma il movimento nel partito che esprime la potenza agraria del Nord, specie del Nord-est, e dell' Emilia, dove nascono i Balbo, i picchiatori, gli squadristi. Questo è il grande fiume del fascismo, che per la prima volta assume la nazione come mito unificante. "Nazione" proletaria, non "classe" proletaria. La nazione nasce su una deviazione populista, che del popolo eredita, sviluppa, potenzia e radicalizza la torsione nazionalistica della nazione proletaria. E quindi la battaglia del grano, le sanzioni. Da socialista Mussolini, insieme a Pietro Nenni, si sdraiava sulle rotaie per impedire che i convogli partissero per la Libia; poi cambia completamente, ma qualcosa resta e riaffiorerà a Salò. Perché la Repubblica di Salò, per quello che riuscirà a esprimere, sarà una Repubblica socialista; ricordiamoci che Nicola Bombacci collaborerà con Mussolini a Salò. Il fascismo, quindi, è il primo esempio scellerato di un tentativo di coscienza nazionale. La guerra che intraprende crea il disastro che sappiamo; dopo la guerra va al potere una classe politica di antifascisti». Nella Resistenza c' è una coscienza nazionale, non crede? «Nella Resistenza c' è sicuramente una coscienza nazionale, tant' è che il Partito comunista, che già dal congresso di Lione non era più bordighiano, prende il seguito da L' Ordine Nuovo di Antonio Gramsci e in parte di Piero Gobetti. Dopo la Resistenza, purtroppo la Guerra Fredda divide di nuovo in due il paese. Con una situazione bifronte: un Partito comunista che, con Togliatti, mantiene il radicamento politico-ideologico al Comintern, ma accetta in pieno la Costituzione, alla scrittura della quale partecipa. Il Pci diventa quindi un partito costituzionale che strada facendo perde l' aspetto bolscevico; viceversa, su questa ideologia si innesta un filone crociano, quello di Giovanni Amendola, il padre di Giorgio. Un partito molto singolare, dunque, insieme il più costituzionale e il più grande dei partiti comunisti occidentali. Questo fa sì che, nel prosieguo di questa storia, proprio perché i comunisti si ritenevano - ed erano - i più vicini alla democrazia, non sentono il bisogno di fare i conti con se stessi. Anche perché sono una forza molto grande. E non appena Enrico Berlinguer incomincia ad allentare, fino a recidere, la dipendenza da Mosca, non porta la scelta alle estreme conseguenze dicendo: il comunismo è finito, sciogliamoci. No, sceglie di continuare, ritenendo che la mutazione necessaria è avvenuta e che quindi il Pci ha il diritto di governare. Ma il cadavere di Moro si mette di traverso a questo processo, arrestando o almeno rallentando l' evoluzione del Pci». Ma, per arrivare ai nostri giorni, gli italiani vogliono un capo? «Nel sedimento inconscio il popolo italiano sente la suggestione del demagogo e dell' antipolitico. Proprio perché lo Stato non si è formato attraverso il confronto lungo, secolare, di un popolo e di uno Stato. Questa storia è mancata, non l' abbiamo alle spalle, e quindi quando arriva l' uomo della Provvidenza, colui che fa appello agli istinti primordiali della gente siamo vulnerabili. Gli istinti primordiali ci sono in ogni paese, non solo in Italia, però l' Italia è uno dei rarissimi esempi in cui l' istinto primordiale occupa, di tanto in tanto, le istituzioni. In altri paesi cose analoghe non si verificano. Ad esempio, in Francia non è pensabile che Le Pen vada al governo. Come non può accadere in Germania, dove pure ci sono i nazisti. In Austria c' era Haider, ma si tratta sempre fenomeni circoscritti, da noi invece vengono occupate le istituzioni». -MARIANTONIETTA COLIMBERTI

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