QUER FATTACCIO

blog di politica, notizie curiose, amenità varie in ordine più o meno sparso, così come mi vengono nello Zibaldone della mia mente...

Creato da Quer_fattaccio il 03/02/2010

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PROVACI ANCORA GUIDO

Post n°51 pubblicato il 10 Maggio 2010 da Quer_fattaccio

9 maggio 2010
Bertolaso tenta di salvare la sua famiglia Ma non spiega i (reali) contatti con Balducci&C.

La conferenza stampa di venerdì scorso a Palazzo Chigi dovrebbe essere studiata nelle università di comunicazione e divenire un "case history" di manipolazione dell’opinione pubblica. Raramente l’arte dello "spin" è riuscita in una simile impresa. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio venerdì mattina era in una situazione drammatica. Un giornalista del Giornale di Paolo BerlusconiGianmarco Chiocci, la sera prima aveva chiamato lo staff del capo della Protezione Civile per chiedergli conto di un assegno che provava il pagamento di 25 mila euro da parte del presunto corruttore dell’indagine sui Grandi Eventi alla moglie di Bertolaso, l’architetto paesaggista Gloria Piermarini. Inoltre il giornalista aveva accennato al portavoce di Bertolaso le voci ricorrenti sul lavori effettuati dalla società diAnemone a casa del sottosegretario. Venerdì mattina Bertolaso concorda il contropiede con gli spin doctor del governo Berlusconi e pensa di agire d’anticipo convocando una conferenza stampa nella quale ribalta il messaggio. 
 

 

Il termine spin doctor è di origine anglosassone e prende spunto dal gesto del lanciatore del baseball che con un moto rotatorio, lo spin, appunto, imprime una direzione diversa alla palla. Lo spin di Bertolaso è stato da manuale. La vicenda dell’assegno alla moglie è stata presentata dal sottosegretario nella conferenza come una prova che smontava le accuse sulle prestazioni sessuali nel centro benessere del circolo Salario Village di Diego Anemone.

"Ma vi pare che io sarei potuto andare con una ragazza nel circolo nel quale aveva lavorato mia moglie, e già perché come vedremo", aggiungeva di passaggio, "lì mia moglie ha fatto un lavoro". Stessa tecnica è stata applicata per la seconda notizia scomoda. La notizia vera dei lavori effettuati nella sua casa dall’imprenditore che secondo i pm usa proprio le ristrutturazioni per corrompere è stato ribaltato con uno spin da campione: "Anemone non mi ha mai pagato ma sono io ad avere pagato lui. Ecco la prova". E giù con estratti conto e assegni sventolati sotto il naso dei presenti. "Ecco la prova", sembrava dire superGuido, "non è stato Anemone a corrompere me. Ma al massimo io a corrompere lui". Geniale.

Bertolaso ha mentito anche sulla ragione delle sue tardive ammissioni: "dopo avere visto Michele Santoro e Sabina Guzzanti", ha detto ai giornalisti, "ho sentito il dovere di spiegare la verità agli italiani. Così ho deciso di raccontare i miei rapporti con Diego Anemone perché credo nella trasparenza". Una trasparenza a scoppio ritardato e poco spontanea. Se per un istante si riporta l’orologio a giovedì scorso e si guarda alla realtà prima dello spin mediatico, la situazione di Bertolaso si fa ben diversa. La famiglia del sottosegretario pagato 236 mila euro all’anno (più gli arretrati straordinari che hanno portato il suo reddito a 1,1 milioni nel 2008) proprio perché resti al di sopra di ogni sospetto, ha intrattenuto rapporti con le società dei due protagonisti (secondo i pm) del malaffare: Anemone e Balducci.

Non bastavano i massaggi nel circolo della cricca, non bastavano gli incontri al bar con Anemone, ora si scopre che l’imprenditore pagava la moglie e faceva lavori a casa di Bertolaso. Al circolo Salario Anemone organizzava "cose megagalattiche" per l’amico Guido, la moglie lavorava, la figlia faceva la fisioterapia e il padre i massaggi, notturni in "solitaria". La seconda casa della famiglia Bertolaso però non è il dopolavoro della Protezione civile ma il simbolo del marcio dell’indagine sui Grandi eventi. Anemone e i figli di Balducci erano soci nel circolo tramite le società fiduciarie che schermavano la proprietà.

Grazie alla struttura pubblica diretta da Balducci padre, Anemone e i figli del funzionario ottenevano secondo i pm un risparmio di 9 milioni di euro di contributi comunali e il via libera ad ampliamenti fuori norma. Gli uffici diretti da Balducci davano lavori per centinaia di milioni ad Anemone, cioé al socio dei suoi figli, l’uomo con il quale faceva affari immobiliari e viaggi a sbafo. E Bertolaso, dopo avere scoperto tutto questo non ha mai preso le distanze da Balducci e, solo con fatica e molto tatto, da Anemone. Ora si scopre che la moglie del sottosegretario ha ottenuto un incarico da 99 mila euro solo per progettare i giardini del circolo.

"Mia moglie ha avuto all’inizio del 2007 l’incarico di progettazione preliminare definitiva ed esecutiva del verde del Salario Sport Center", ha spiegato tranquillo Bertolaso "la parcella pattuita sarebbe stata di 99 mila euro. Mia moglie lo ha consegnato nel marzo 2007 e ha emesso una fattura per 25mila euro". Poi l’incasso sarebbe stato diviso con i suoi soci e alla fine, tasse escluse, le sarebbero rimasti solo 7 mila euro". Per ridurre l’impatto della notizia ha aggiunto che l’incarico era precedente all’ingresso di Anemone negli appalti del G8 (circa 200 milioni di euro) e dei Mondiali di nuoto (altri 50 milioni circa). Per dimostrare la sua correttezza poi ha aggiunto che la moglie ha evitato di seguire le altre fasi della progettazione dopo il primo pagamento proprio perché “Anemone stava entrando nei lavori dei mondiali del nuoto".

Difficile immaginare una scusa più ridicola. Anemone lavorava con la Protezione Civile e con Bertolaso da almeno 4 anni. Almeno dai tempi del mega appalto del padiglione anti-Sars all’ospedale Forlanini, che risale al 2003. Il fatto poi che la moglie di Bertolaso prenda i soldi da Anemone prima dell’affidamento da parte della struttura del marito di appalti milionari al suo datore di lavoro non vuol dire nulla: da che mondo è mondo i corruttori prima fanno il favore e poi incassano l’appalto. E anche l’abbandono a metà dell’incarico andrebbe spiegato meglio. Le prime voci sui legami sospetti tra Balducci e Anemone nel Salario Village sono del 2008. Forse la scelta della moglie del sottosegretario di rinunciare al progetto nel 2007 era solo il primo spin di questa lunga storia.

Bertolaso

Da il Fatto Quotidiano del 9 maggio

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