OLOCAUSTO BIANCO

tre linee telefoniche costituiscono la ciambella di salvataggio contro gli abusi, le violenze, la pedofilia, la pedopornografia,


La Puglia primeggia per abusi su minori
BARI - I vertici di Telefono Azzurro non nascondono la soddisfazione. A proposito della vicenda del padre-padrone di Cerignola affermano trionfalmente: «Le nostre linee telefoniche ancora una volta hanno salvato una bambina: decisive sono state la competenza dei nostri operatori e la velocità dell’intervento in rete con le istituzioni del territorio, come i servizi sociali e la polizia». Ma lo stesso presidente di Telefono Azzurro, il neuropsichiatra infantile Ernesto Caffo, tiene pure a sottolineare: «Questa storia - afferma - è una delle tante che ogni giorno arrivano alle nostre linee». Come dire: i risultati sono importanti, ma il fenomeno è vasto. Sono quasi mille al giorno, in effetti, le chiamate ai numeri di Telefono Azzurro. Dal ‘90 c’è una linea d’ascolto gratuita dedicata ai bambini ed agli adolescenti - il numero 19696, che è quello cui si è rivolta la dodicenne di Cerignola - e c’è la linea istituzionale 199.151515, riservata agli adulti che vogliano segnalare casi di abusi su minori o situazioni di disagio. Da sei anni è attivo anche il servizio di Emergenza Infanzia - che risponde al numero 114 - gestito sempre da Telefono Azzurro su delega dei ministeri delle Comunicazioni, delle Pari Opportunità e del Lavoro. Queste tre linee telefoniche costituiscono la ciambella di salvataggio contro gli abusi, le violenze, la pedofilia, la pedopornografia, anche on line. E le chiamate dalla Puglia a queste linee telefoniche sono così tante ogni giorno che la regione - secondo i dati aggiornati al 2008 - è quarta nella graduatoria nazionale stilata a fini statistici da Telefono Azzurro. Quarta, ma è come se fosse la prima, perché con il 9,3% di segnalazioni segue regioni ben più popolose come Lombardia (15,1%), Lazio (12,9%) e Campania (11%). La Basilicata è in terzultima posizione con l’1,1% delle chiamate. Spiega Caffo: «Le nostre linee d’ascolto - dice - sono strutturate per agire in una logica di competenza e professionalità, a partire dalla formazione degli operatori per proseguire con la strategia di messa in rete istantanea dell’intervento». E ancora: «Oggi che i bambini e gli adolescenti si confrontano con una realtà in continuo movimento e con tecnologie che la caratterizzano, questo tipo di servizi consente di arrivare in tempo, prima che sia troppo tardi, e soprattutto di arrivare nel modo giusto, con la sola finalità della tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza». Il Centro nazionale di ascolto di Telefono Azzurro ha gestito in otto anni quasi 38mila casi di bambini e adolescenti per i quali è stata necessaria una consulenza su problematiche rilevanti. A chiedere aiuto sono soprattutto le bambine o le ragazze (le statistiche segnalano il 59,5% dei casi); nell’84% delle situazioni segnalate, l’età dei minori non supera i 14 anni. Il fenomeno riguarda principalmente gli italiani: solo nel 6,5% dei casi sono stranieri i bambini vittime dei disagi segnalati. Gli abusi fisici e le violenze sessuali sono sicuramente le segnalazioni a maggior impatto mediatico, ma sono rispettivamente il 12,8 e il 5,4% del totale. Gli operatori di Telefono Azzurro richiamano infatti l’attenzione su un elenco di disagi psichici che in verità spesso sfuggono agli adulti: i problemi relazioni con i genitori costituiscono, per esempio, l’oggetto del 33% delle chiamate, i problemi per la separazione dei genitori il 18,4%, il bisogno di parlare il 13,5%, la manifestazione di paure il 10%. Ci sono poi la difficoltà scolastica, la trascuratezza, il bullismo subìto. E c’è anche la solitudine, lamentata addirittura nel 5,2% dei casi.ONOFRIO PAGONE