UNIVERSI PARALLELI

SAMBA PA TI ....


CONTINUA DAL POST PRECEDENTE...........Ma cosa è quel meccanismo che ci fa innamorare, rimanere attratti da una persona,essere fagocitati dalla forza magnetica che  essa emana? Alcuni di noi  sono consci delle qualità che essi possiedono ,sanno di essere belli, sanno di essere interessanti, sanno di avere dentro di se  una forza vitale, che riescono ad esprimere nel loro muoversi, sorridere, guardare, interagire con il mondo esterno.In sostanza l’essere  sempre se stessi valorizza quelle qualità  che ognuno di noi, nella sua grande diversità rispetto all’altro , possiede. Ci sono poi momenti in cui per una ragione o l’altra siamo deboli,vulnerabili, bisognosi di essere amati , in sostanza in carenza di armonia ed equilibrio. Ed è proprio in questi momenti  di travaglio interiore che può accadere di essere fortemente predisposti  ad essere attratti dalle qualità che nella sua semplicità e naturalezza un altro essere umano irradia intorno a se..E’ come essere accarezzati dai raggi di un benevolo sole come essere sfiorati da un tiepido vento primaverile,come essere dissetati da chiare e fresche acque di sorgente. L’innamoramento è in sostanza una risposta ad una mancanza di armonia che cerca di ripristinare  gioia e voglia di vivere dentro di noi; quella situazione  che il vivere quotidiano nelle sue molteplici ed alienanti forme in cui si presenta ,ci allontana dalla condizione di benessere e di felicità indispensabili per sentirsi vivi.Purtroppo frequentemente, il rapporto non paritario tra colui che attrae e  colui che viene attratto  spesso causa  e determina delle situazioni in cui una parte soccombe all’altra .Dove paradossalmente colui che aveva una  iniziale carenza affettiva o un vuoto esistenziale, lo colma con quanto l’altra persona è in grado di donargli, non attraverso un processo di crescita personale a seguito dell’amore ricevuto, ma semplicemente lasciandosi riempire ed invadere da questo amore.Attorno poi, a questi scenari, si verificano tutta una serie di circostanze diverse per situazione  di vita delle persone coinvolte, le quali spesso nella loro realtà vissuta   hanno già in corso altri vincoli e legami con altre persone,magari non proprio felici.Si determinano  così in questo interagire di storie differenti, percorsi non del tutto liberi, chiari e conseguentemente destinati a degli ulteriori conflitti. Ma torniamo al protagonista di questa storia  al giovane Alessandro ed al suo incontro con Mara, a quel primo amore, a quella primavera di sentimenti che voleva dare a quei giorni  un profumo diverso da quello fino a quel momento respirato dai due giovani.Quella notte i ragazzi del “bagno Primavera” avevano deciso di tuffarsi nelle calme acque del mare illuminate dai raggi della luna  poco prima di  mezzanotte.Era già il secondo anno che Mara ed Alessandro si ritrovavano  sul mare della Versilia, dopo quel loro primo bacio, dopo quei  primi timidi tentativi di stabilire tra loro un tenero legame che rassomigliasse ad una preziosa linfa capace di far crescere  tra due adolescenti  coinvolti nei primi turbamenti amorosi il raro fiore dell’amore .A quell’età non si sa bene ciò che si vuole ciò che è meglio per se stessi.Si va per tentativi come chi si accosta ad uno strumento musicale e cerca di trarne dei suoni armoniosi senza conoscere la musica. Il distacco, avvenuto tra loro alla fine delle vacanze, era stato per Alessandro come gettarsi per la prima volta da un aereo con il paracadute .Una terribile sensazione di vuoto al plesso solare  unita ad un insostenibile senso di vertigine mescolata  contemporaneamente, alla condizione di euforia costituita dalla consapevolezza  che il  mese successivo sarebbe andato a  trovare Mara, nella sua splendida città adagiata sulle rive del lago Maggiore.Poi l’improvviso ritorno alla realtà del distacco dal volo ,quello strappo del paracadute che nel suo aprirsi ti fa capire che le braccia , anche  se sorrette , dall’illusione della portanza dell’aria, non sono ali   perché  l’uomo non è una creatura adatta al volo .E ti ritrovi come sempre, solo  sorretto da quanto la vita fino a quel momento ti ha insegnato. Per la  fortuna di Alessandro  il tempo era passato velocemente  ed ora  lo aspettava un   giorno memorabile , quello del suo primo viaggio in treno completamente da solo, l’arrivo alla stazione, le informazioni ricevute dall’edicolante al quale avvrebbe chiesto dove si trovava la via M....P......, il momento in cui, suonato il campanello di quella  graziosa villetta circondata da un verdeggiante giardino , Mara sarebbe scesa al cancello d’ingresso per farlo entrare , l’abbraccio di lei, l’azzurro dei suoi occhi, quel suo sorriso un po’ canzonatorio , lei  più tardi davanti a lui  in quel caldo infernale all’interno di quel colosso di 35 metri , che sovrastava la città, sù per la ripida scala a pioli  metallica,  che li avrebbe condotti fin   dentro la testa del santo, lei che con quei suoi glutei ammiccanti nel loro su è giù cadenzato dalla salita, ed il profumo della sua giovinezza , sarebbe  riuscita ad offuscare lo spettacolo che da lassù, aspettava  lo   sguardo del visitatore  che  poteva spaziare fino alle isole Borromee.Ma gli occhi di Alessandro ingannati dalla malattia d’amore  non avrebbero potuto vedere null’altro che Mara.  Tutti questi pensieri ora  affollavano la mente di Alessandro, mentre sulla spiaggia, Leo, l’aiuto  bagnino attorniato da tutti i ragazzi  della compagnia del bagno Primavera  , intonava con la sua chitarra acustica  la melodia  di “Samba pa ti” ……  continua .Pier