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Post n°18 pubblicato il 02 Febbraio 2013 da danzan0l3n0t3
Parole affilate come lame a volte delicate come delle rose Parole dolci più del miele oppure aspre come rocce scoscese Appigli a cui non rinunciare per la paura di non comunicare. Non pensi che uno sguardo ed un sorriso ti possono bastare . Parole che risuonano dette da chi governa come mistificazione Travestimento e trucco di un mondo che ha perduto la ragione. Quante parole ho scritto e non ho detto a chi sento d’amare Quante parole adesso nella mente cantano come onde del mare Pier
IL POTERE DELLE PAROLE Parole parole parole, suoni senza senso che escono dalle cavità orali di politici in corsa per la poltrona che si rincorrono e si susseguono da schermo a schermo di piazza in piazza. Parole che nulla hanno delle buona novella che dovrebbe rincuorare un paese preoccupato sia per il presente che per il futuro.Parole che si incalzano di scredito in scredito di battuta in battuta senza proporre soluzioni intelligenti e a misura d’uomo per riscattare una situazione che ci vede ogni giorno sempre più poveri. Parole che in un altro luogo, più innocentemente, si concatenano per formare delle canzoni come quelle che fra poco verranno cantate sul grande palco dell’Ariston a Sanremo Un Sanremo anche quello, fatto di parole, di Bla bla bla pagati a suon di euro tintinnati per gli intrattenitori e di belle speranze per i giovani emergenti. Di uno di questi , Paolo Simoni un giovane cantautore di Ferrara mi è particolarmente piaciuto il suo pezzo “Le Parole” Così ho pensato di farne un video nel quale dò una interpretazione personale del testo.
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PROTETTO CON
T ra le strade del mondo
O mbre di uomini opachi
R ifiutano il fulgore della luce
D entro hanno neri abissi
I imputridito è il loro cuore
S olo la fiaccola del male
C ontinua a bruciare i
O ra dopo ora nel loro involucro
N ulla resterà di essi se non l’odio
O rmai unica nota che li distingue
I giorni scorrono stanchi delle guerre
V orrebbero che tutto finisse
E cessasse in una esplosione di pace.
N ulla però può fermare la lotta
T ra il bene ed il male che continua
I giorni trascorrono nell’indifferenza
D ella gente che non vuole cambiare
E sugli altari della quotidiana follia
L e vittime di un mondo senza cuore
L ‘ultimo respiro esalano al nulla.
A ncora una volta prego perchè
Q uesta corsa folle senza traguardi
U n giorno possa finalmente cessare
O cclusa da un muro di luce invalicabile
T rafitta dalle stesse lame d’odio
I ntinte dello stesso veleno del male
D a cui ha sempre tratto nuova energia
I n silenzio osservo da questo sperone
A ssiso sulla fredda roccia del tempo
N uovi fermenti di vita farsi strada
A fflatti di bene spazzare le nebbie
M alvagie che ricoprono case e palazzi
L a lotta laggiù continua incessantemente
V edo uomini donne ed eroi del quotidiano
A ffrontare con grande dignità la vita
G uardando avanti uniti da nuova fratellanza
I indietreggiano i lupi affamati di potere
T raditi dalla loro infinita brama di sangue
A’desso una piccola luce brilla ad indicare la via.
Pier
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La parola ch'è detta,
Sì come la saetta »
Brunetto Latini
La parola detta è un grande dono che ci permette di comunicare attraverso il linguaggio e la scrittura con gli altri e di esprimere nello stesso tempo noi stessi Anche il silenzio ha la sua grande importanza poiche rappresenta il momento dell'ascolto e della riflessione. Tuttavia il momento del dialogo è quello strumento indispensabile di crescita e arricchimento di noi stessi nonchè della creazione di legami e di una rete sociale La parola nel momento della creazione di un pensiero verbale o scritto e quell'attimo che annulla la solitudine e ci rapporta con il mondo esterno permettendoci di confrontarci e di spogliare la parola stessa della sua aridità rendendola viva e vibrante.Pier
Le vittime dei miliziani di Tito venivano condotte, dopo atroci sevizie, nei pressi della foiba( voragine rocciosa profonda anche 200 metri)dai loro carnefici. Questi, ancora non paghi dei maltrattamenti che avevano già inflitto alle persone, bloccavano loro i polsi e poi i piedi con il fil di ferro.
Poi li legavano gli uni agli altri sempre tramite il fil di ferro e li gettavano vivi in queste cavità naturali in mezzo ad altri morti. Nella maggior parte dei casi, però si divertivano a sparare al primo malcapitato del gruppo che ruzzolava rovinosamente nella foiba spingendo con sé gli altri.
Ecco l'insufficienza della parola per ricordare simili orrori che non possono e non devono essere dimenticati. Un filo d'acciaio
mi taglia le mani
scarnifica l'anima
che grida pieta!
sul ciglio tuo nero
altri miei compagni
ora scorgo nel baratro
che più vita non han
Foiba ghigno dannato
di morte e follia
buco nero che inghiotte
vita e libertà .
Pier
virgola
“il linguaggio è una pelle.Io strofino il mio linguaggio contro l’altro. E’ come se avessi le parole al posto delle dita delle mani”( R. Barthes)
Esiste però anche il rovescio della medaglia dell’uso che si fa delle parole: sono uno strumento meraviglioso, ma puo’ essere arma a doppio taglio; quando sono troppo “scintillanti”, quando siamo pronti a prendere o, far prendere,un sussurro per un pensiero.
Il pericolo è quello di rimanerne irretiti,affascinati,incapaci di distinguere dove finisca la realtà ed inizi la finzione: il confine è quanto mai labile.