Il campionato ritorna. Aspetti il sabato che già ti dice tutto. Juventus-Fiorentina, Genoa-Inter e si ricomincia. Pensi che certe lezioni siano state apprese e ti aspetti che la Juve faccia la Juve, vincendo, ma anche convincendo. Ti aspetti che a Marassi il Genoa renda la vita dura all'Inter così come ormai sembra essere una legge di fatto nel nostro campionato. Tutto sbagliato! La Juventus eguaglia la pessima prova inscenata a Palermo, solo che stavolta strappa un miserrimo punticino. Prandelli mette sotto Ferrara in tutto e per tutto. I viola giocano, vanno in vantaggio , subiscono un furtuito pari, ma poi impongono il proprio gioco con Zanetti grande attore a centrocampo. Sì proprio quel Zanetti venduto per due provole per limare il bilancio economico bianconero. Dall'altra parte Ferrara si ostina a schierare inizialmente "il rombo" e a cambiare almeno due volte il modulo durante la partita. Un conto sarebbe quello di cambiare modulo reagendo alle mosse degli avversari e agli eventi della partita, un altro è cambiarlo cercando ad ogni cambio di migliorare un assetto che non c'è. La squadra non ha gioco, non ha un equilibrio, sempre in inferiorità numerica a centrocampo dove è sovrastata, si sbilancia spesso mostrando i fianchi alle ripartenze avversarie arginate alla bene e meglio da Cannavaro e Chiellini. Ma il rischio di andare sotto è stato forte. La sconfitta sarebbe stata più che mai meritata. In attacco Iaquinta e Amauri smontonano come sempre, ma sono serviti sempre non mediante il gioco o lanci in profondità su cui si possono inserire, ma i soliti lanci da tre quarti a tre quarti su cui già arrivarci a spizzare di testa sarebbe un prodigio. La Juventus di Ferrara è questa. Non vince dallla partita contro il Livorno, giusto un mese. Senza un'idea una di gioco, una Juventus in cui il mediocre Poulsen risulta il migliore dei suoi non perché protagonista di una prestazione particolare, ma perché gli altri giocano in modo imbarazzante a parte i due centrali difensivi che evitano la Caporetto bianconera proteggendo Buffon, che compie solo un intervento decisivo. Grosso spinge, ma dietro si creano voragini, Grygera a spingere manco ci riesce, ma le voragini le crea lo stesso. In mezzo al campo Felipe Melo è ben lontano dal valere per il giocatore strapagato che è stato, con l'aggravante di regalare i soliti disimpegni da paura che già la Juve ha pagato contro Bologna e Palermo. Importante è stato il rientro di Sissoko, ma ha giocato come lo può fare chi non giocava da sette mesi con il fardello di un cartellino giallo rimediato dopo solo un minuto della partita per aver saltato un avversario ed essere volato a terra probabilmente per evitare il contatto con l'avversario; un timore comprensibile quello del maliano, al rientro dopo sette mesi per infortunio. Sissoko va a terra, non protesta, ma per l'inneffabile Rizzoli è simulazione ad almeno trentacinque metri dalla porta avversaria. Va bè. Detto di Poulsen, da sufficienza piena, dolenti note arrivano da Diego, ben lontano dall'essere un giocatore decisivo, ben ingabbiato dall'ordinato schieramento difensivo viola. Diego deve indietreggiare per cercare palloni, ma non ce la fa ad imporre le geometrie giuste. La Juve gioca spesso con lanci alti e velleitari alla ricerca delle punte che nemmeno sembrano essere troppo ispirate. Eppure se si riuscisse ad arrivare a crossare sulle fascie questa Juve farebbe paura. Ma arrivarci è un bel problema fin che si continua a insistere su gente mediocre come Grygera e se Grosso gioca come un Molinaro qualsiasi. Non ci siamo Ferrara! La Juventus sta continuando a pagare un prezzo che è sempre più alto per aver scelto tutto sommato "un apprendista" per fare l'allenatore. Qui è un esame ad ogni partita e le bocciature cominciano a pesare.