Il campionato ritorna. Non c'è nemmeno bisogno di aspettare domenica perché con Juventus-Fiorentina e Genoa-Inter al sabato, le partite di domenica pomeriggio sulla carta sembrano quelle di un A2. Dove eravamo rimasti? Alla scoppola rimediata a palermo dalla Juntus. E allora ci si aspetterebbe una reazione di quelle vere. Pensi che la Juve che faccia la Juve, vincendo, ma anche convincendo. Ti aspetti che a Marassi il Genoa renda la vita dura all'Inter, così come ormai sembra essere una legge di fatto nel nostro campionato. Tutto sbagliato! La Juventus eguaglia la pessima prova inscenata a Palermo, solo che stavolta strappa un miserrimo punticino (1-1). L'Inter che non ti aspetti cambia forzatamente modulo per le assenze di Eto'o e Milito in avanti e rifila una cinquina al peggior Genoa della gestione Gasperini (0-5).L'apprendista. Ma partiamo dal lettino della psicanalisi bianconera. Prandelli mette sotto Ferrara in tutto e per tutto. I viola giocano, vanno in vantaggio, subiscono un fortuito pari, ma poi impongono il proprio gioco con Zanetti a dirigere i lavori in mezzo al campo. Sì, proprio quello Zanetti venduto per due provole per limare il bilancio economico bianconero. Dall'altra parte Ferrara si ostina a schierare inizialmente "il rombo" e a cambiare almeno due volte il modulo durante la partita. Un conto sarebbe quello di cambiare modulo reagendo alle mosse degli avversari e agli eventi della partita, un altro è cambiarlo alla disperata ricerca di migliorare un assetto che non c'è. La squadra non ha gioco, non ha un equilibrio, sempre in inferiorità numerica a centrocampo dove è sovrastata (con l'eccezione di un quarto d'ora nel primo tempo), si sbilancia spesso mostrando i fianchi alle ripartenze avversarie, arginate alla bell'e meglio da Cannavaro e Chiellini. Ma il rischio di andare sotto è stato forte. La sconfitta sarebbe stata più che mai meritata. In attacco Iaquinta e Amauri smontonano come sempre, ma sono serviti sempre non mediante il gioco o lanci in profondità su cui si possano inserire, ma con i soliti lanci da tre quarti a tre quarti, su cui già arrivare a spizzare di testa sarebbe un prodigio. La Juventus di Ferrara è questa. Non vince dalla partita contro il Livorno, giusto un mese. Senza un'idea una di gioco, una Juventus in cui il mediocre Poulsen risulta fra i migliori non perché protagonista di una prestazione particolare, ma perché gli altri giocano in modo imbarazzante, a parte i due centrali difensivi che evitano la Caporetto bianconera. Grosso spinge, ma dietro si creano voragini, Grygera a spingere manco ci riesce, ma le voragini le crea lo stesso. In mezzo al campo Felipe Melo è ben lontano dal valere per il giocatore strapagato che è stato, con l'aggravante di regalare i soliti disimpegni da paura che già la Juve ha pagato a caro prezzo contro Bologna e Palermo. Importante è stato il rientro di Sissoko, ma ha giocato come lo può fare chi non giocava da sette mesi, con il fardello di un cartellino giallo rimediato dopo solo un minuto della partita, per aver saltato un avversario ed essere volato a terra probabilmente per evitare il contatto con l'avversario; un timore comprensibile quello del maliano, ma per l'ineffabile Rizzoli è simulazione ad almeno trentacinque metri dalla porta avversaria. Boh! Detto di Poulsen, da sufficienza piena, dolenti note arrivano da Diego, ben lontano dall'essere un giocatore decisivo, ben ingabbiato dall'ordinato schieramento difensivo viola. Diego deve indietreggiare per cercare palloni, ma non ce la fa ad imporre le geometrie giuste. La Juve gioca spesso con lanci alti e velleitari alla ricerca delle punte, che nemmeno sembrano essere troppo ispirate. Eppure se si riuscisse ad arrivare a crossare sulle fasce, questa Juve farebbe paura. Ma arrivarci è un bel problema, fin che si continua a insistere su gente mediocre come Grygera e se Grosso gioca come un Molinaro qualsiasi. Non ci siamo, Ferrara! La Juventus sta continuando a pagare un prezzo che è sempre più alto per aver scelto "un apprendista" per fare l'allenatore. Qui è un esame ad ogni partita e le bocciature cominciano a pesare. Morganti perfetto per l'Inter. Che dire di una squadra che vince con cinque gol di scarto in trasferta? Strepitosa, eccezionale e fa male dirlo, ma ricorda un po' la Juve di capello, quella che con cinismo stendeva gli avversari seppellendoli sotto una gragnola di gol. Sneijder, Maicon, Cambiasso, Stankovic, Balotelli, Morganti. Morganti? Ma sì, anche Morganti, perché non ci sono ormai dubbi che l'arbitro internazionale di Ascoli Piceno subisca il fascino delle casacche nerazzurre. L'anno scorso fu sempre lui ad arbitrare Genoa-Inter (0-2) e beato lui che con tanta sicurezza assegnò il gol fantasma dello 0-2 all'Inter, per un pallone che molto probabilmente non aveva oltrepassato del tutto la linea. Quando c'è l'Inter, Morganti di dubbi ne ha sempre pochi. Decide sempre a senso unico. C'è un fallo su Floccari a inizio partita che fa gridare al rigore? Per Morganti è tutto regolare. Dopo 12' minuti Balotelli meriterebbe il doppio giallo per un'entrataccia su Moretti ma il cartellino Morganti se lo tiene in saccoccia. Si può mai spedire un giocatore negli spogliatoi dopo una decina di minuti per somma di ammonizioni? Beh, per Morganti se gioca nell'Inter no, ma se magari gioca nella Juventus assolutamente sì. Successe in Catania-Juventus dell'anno scorso a Iaquinta che, giusto al 12' per ironia della sorte, si beccò il secondo giallo per un falletto su Pazienza. Due pesi e due misure, ma visto l'andazzo, Morganti è considerato uno dei migliori arbitri in circolazione.Nel quarto campionato post farsopoli tutto va a gonfie vele. Un altro ottimo arbitro che solo incidentalmente dà una mano all'Inter in questa ottava giornata di campionato è l'emergente Orsato. La Sampdoria cerca di vincere la partita all'Olimpico contro la Lazio sul finale. Cassano colpisce una traversa poi, intorno al novantesimo, Pazzini anticipa di testa Muslera che, in ritardo, invece di allontanare di pugno il pallone, il pugno lo rifila al volto di Pazzini. Sarebbe danno procurato grande come un condominio, ma Orsato fa finta di niente. Non passa nemmeno un minuto che c'è quella furia di Ziegler che si allunga palla in area e si accinge a calciare, ma Diakité si disinteressa del pallone e va dritto sull'avversario stendendolo. Questo sarebbe rigore come un complesso di condomini, ma Orsato è sempre dello stesso avviso e il rigore non lo fischia. E' grazie anche a lui se l'Inter questa sera può godersi il parziale primato solitario in classifica. Dietro alle quattro di testa c'è il sorprendente Parma dei giovani, che con il minimo scarto regola il Siena (1-0) e sogna in grande. Il Palermo di Zenga, con la seconda vittoria consecutiva raccolta a Livorno (1-2) dopo quella contro la Juventus, è un'altra realtà che comincia a pensare in grande all'alta classifica. Ma ad insidiare ai rosanero il titolo di "Regina del Sud" c'è il Bari delle meraviglie, che espugna il Bentegodi di Verona contro il Chievo (1-2). Quello dei galletti baresi in trasferta è un ruolino di marcia che mette paura: 3 pareggi, contro Inter, Palermo e Milan che potevano essere altrettante vittorie e poi, finalmente, tre punti colti al quarto tentativo contro un Chievo poco fortunato, che ha trovato un super Gillet a sbarrargli la strada verso un risultato migliore. Se Ventura ha la bravura e l'umiltà per ammettere che sta raccogliendo quello che Conte ha seminato, l'indimenticato capitano bianconero sta già iniziando a raccogliere qualcosa di importante sulla sua nuova panchina. Con lui l'Atalanta è un'altra squadra, che dimostra di avere la stessa determinazione del suo allenatore. Imbattuta nelle quattro partite finora disputate, l'Atalanta di Conte, dopo tre pareggi, ha colto ad Udine la prima vittoria (1-3) stagionale. Inizia sotto una buona stella l'avventura di Mazzarri sulla panchina partenopea: un Napoli cocciuto rimonta e beffa il Bologna al 92' (2-1). Nel posticipo serale, in una partita tipo "o la va o la spacca" il Milan coglie un'insperata vittoria dopo aver rischiato ripetutamente di naufragare nel priomo tempo contro una Roma dominante. Tantie occasioni sciupate dai giallorossi, puniti dalla concessione di un rigore piuttosto dubbio per i rossoneri e dal gol vincente confezionato dal redivivo duo "Ronaldinho-Pato". Vittoria importante, ma siamo ancora piuttosto lontani dal considerare "ritrovato" questo Milan. Completa il quadro la vittoria del Catania contro il Cagliari (2-1), arrivata anche questa in extremis. Da segnalare due grandi gol in questa partita: il primo di Ricchiuti per il Catania, al termine di una spettacolare azione originata da uno schema su calcio piazzato, quattro tocchi di prima e palla nel sacco; il secondo gol d'autore l'ha messo a segno Dessena per il temporaneo pareggio dei sardi con una spettacolare rovesciata. Quando ti capita di vedere certe cose allora sì che si può dire: ma quanto bello è il calcio e quanto ci sei mancato campionato!TOP DELLA SETTIMANAConte. Avrà anche un carattere difficile per certi ambienti avvezzi a yes men, ma Antonio Conte è un uno che parla soprattutto in campo. Da quando si è seduto sulla panchina dell'Atalanta ha fatto il doppio dei punti che l'amico Ferrara ha saputo racimolare con la Juventus (!). 6 punti contro 3! C'è da sperare che la Juventus riprenda a correre senza perdere altro terreno, perché altrimenti il rimpianto che affiora nel vedere Conte seduto su una panchina che non è quella bianconera diventerebbe sempre più insopportabile.Voto: 8 (come il numero della sua maglia...)I nerassurri. Ahi! Tocca mettere la banda di Mourinho fra i top. E' inevitabile dopo una partita in cui qualche episodio fortunoso si innesta alla perfezione in una gara giocata al massimo. Gli aggettivi positivi si potrebbero sprecare per molti protagonisti del vistoso successo, tanto che è difficile dire se contro il Genoa abbia giocato meglio Stankovic o Cambiasso, Sneijder oppure Balotelli o Maicon. E che dire di un Mourinho mattatore che, privo delle punte titolari, si inventa uno schieramento inedito e vincente?Voto: 8 (provvisorio... si spera!)La viola e Corvino. Fa male dirlo, ma la Fiorentina vista all'Olimpico contro la Juventus ha dominato per lunghi tratti l'incontro, specie nella ripresa. Imposto il pareggio la squadra allenata da Prandelli avrebbe meritato l'intera posta in palio. Non si se ridere o piangere pensando che i nuovi tasselli inseriti da Corvino nell'intelaiatura dell'undici titolare per questa stagione sono due "scarti" della Juventus: Marchionni e Zanetti quasi regalati alla concorrenza per la contentezza di aver comprato Felipe Melo al folle prezzo di 25 milioni di euro. Li varrà mai quei soldi Melo? Nel dubbio assegniamo di diritto la cittadinanza fra i top della settimana a Corvino e alla Fiorentina.Voto: 7+ (con "i due scarti" come protagonisti stanno alla pari della squadra con il trio brasileiro...)FLOP DELLA SETTIMANAFerrara. C'è poco da fare. L'apprendista è lui e fa male bollarlo come tale. Ma sulla sua coscienza iniziano a pesare dubbie scelte tecniche e soprattutto tattiche. La Juventus cambia modulo con molta facilità, ma il risultato non cambia. Manca l'equlibrio, comunque sia. L'assetto principale scelto è "un rombo", ma il responso del campo sta mettendo impietosamente in evidenza che alla Juventus mancano tasselli fondamentali per giocare con uno schema del genere. Non sono solamente i terzini di fascia all'altezza e i dovuti ricambi a mancare, è tutto l'insieme che non funziona e non crea gioco. E siamo arrivati a 3 pareggi e 1 sconfitta nelle ultime 4 partite. Le bocciature iniziano a pesare troppo.Voto: 4 (recidivo...)Orsato. Non ne azzecca una e paradossalmente finisce per scontentare sia Lazio che Sampdoria. Il massimo del minino! Dopo aver espulso forse un po' forzatamente il doriano Padalino per somma di ammonizioni, ristabilisce la parità in campo estraendo il secondo giallo per Baronio. ma l'intervento del laziale su Cassano sembrava regolare. Orsato il peggio lo regala negli ultimi minuti, non ravvisando gli estremi per assegnare il rigore alla Sampdoria in due circostanze piuttosto nitide. Voto: 3 (non si possono non assegnare due rigori così netti! E' l'esatto contrario di quello che fece Bergonzi in un Napoli-Juventus di due anni fa, assegnando due rigori fantasma al Napoli)Amelia. Il portiere campione del mondo con gli azzurri nel 2006 (più o meno quello che successe a Selvaggi nel 1982) conosce una delle serate più amare della propria carriera. Ne incassa 5 tutti in una volta e sul gol di Stankovic si fa uccellare con un tiro da centrocampo conseguenza di un suo imperdonabile errore. Il suo Genoa è la peggiore difesa del campionato con 16 gol subiti.Voto: 4 (lo stesso voto che gli hanno dato tutti!)