SOLO JUVENTUS

INTER-JUVENTUS, MEZZO SECOLO DI "ONESTE" RECRIMINAZIONI


 In principio fu Gianni Brera ad averlo un po’ forzatamente battezzato derby d’Italia a metà degli anni Sessanta, poi specialmente i bauscia della Milano bene che tifa Inter hanno rilanciato la definizione cercando di appioppare un significato particolare a una partita che il più delle volte non ha avuto storia. Fra Inter e Juventus il bilancio per gli incontri di campionato dal 1929-30 ai giorni nostri pende nettamente dalla parte bianconera. Considerando tutte le partite disputate, le statistiche consegnano 72 vittorie alla Juventus, 44 all’Inter e 38 pareggi. E’ vero però che, da Calciopoli in poi, quando si incontrano Juventus e Inter non è più una partita come le altre anche per gli juventini. C’è ancora la rabbia, la consapevolezza di avere subito un’ingiustizia e il sentimento di rivalsa rispetto a una storia deviata dalle sentenze del processo sportivo dell’estate 2006, c’è la voglia di riaffermare un complesso di superiorità che nessuna vittoria interista post Calciopoli ha scalfito davvero. C’è il fuoco della passione che cova sotto quella cenere in cui è stata ridotta la Juventus da quelle sentenze, una società che, con la presidenza di Andrea Agnelli, sta faticosamente provando a rinascere. Dall’altra parte, ribattezzata ormai da quasi un lustro "quella degli onesti", c’è sempre stato, e continua ad esserci, un continuo fare riferimento ai presunti torti subiti nel passato nonostante i successi degli ultimi anni. “L'Inter non ha mai saputo perdere e non ha ancora imparato a vincere” è stata questa la risposta di John Elkann rispetto all’ultima, ennesima allusione di qualche settimana fa del patron interista Massimo Moratti.C’è una data di inizio per queste lamentele, ma per trovarla bisogna fare un salto indietro di mezzo secolo. E‘ il 16 aprile 1961 quando Juventus e Inter si incontrano al Comunale. Lo stadio straripa, è tutto esaurito con 68.000 spettatori sommando i biglietti venduti e la quota abbonati. Ma fuori c‘è ancora ressa, una folla vuole entrare ed assistere a una partita che potrebbe portare la Juventus a +6 dagli avversari e chiudere virtualmente il campionato a poche giornate dalla fine, oppure riaprirlo, con una vittoria degli ospiti, che si porterebbero a -2 dalla Juventus del trio magico Boniperti, Charles e Sivori. Fatto sta che quattro ingressi cedono e qualche migliaio di tifosi entra nello stadio, sistemandosi ai bordi del campo per assistere all’incontro. La partita inizia regolarmente, si gioca con i tifosi a bordo campo come non di rado accadeva in quegli anni. Dopo mezz’ora però, con il risultato sullo 0-0, l’Inter chiede l’interruzione dell’incontro già sicura di ottenere quella vittoria a tavolino che la commissione giudicante le assegnerà nei giorni successivi. La Juventus del presidente Umberto Agnelli non ci sta e un giovane avvocato, Vittorio Caissotti di Chiusano, istruisce il reclamo dimostrando che l’invasione è stata pacifica e che la Juventus non ha la responsabilità oggettiva per quanto accaduto in quanto non aveva venduto più biglietti di quelli consentiti. La Commissione d’Appello fa quindi dietrofront: si deve rigiocare. Un verdetto che viene reso noto proprio all’immediata vigilia dell’ultima giornata. L’Inter così va a -2 dalla Juventus che ospita il Bari, mentre i nerazzurri giocano a Catania. Si aspettano tutti un turno interlocutorio con la partita da recuperare fissata per il 10 giugno, ma “clamoroso al Cibali!”, l’Inter perde 2-0 e alla Juventus basta un pareggino contro il Bari per aggiudicarsi matematicamente lo scudetto. A niente servirà all’Inter del mago Helenio Herrera schierare provocatoriamente la squadra “De Martino” (la Primavera di allora) se non a dare il via a polemiche e piagnistei da parte di chi, evidentemente, già a quel tempo voleva vincere a tavolino.Ci riusciranno nell’estate del 2006 a fregiarsi dello scudetto di cartone. sotto la presidenza di Massimo Moratti figlio di Angelo, il presidente della “Grande Inter” degli anni Sessanta. Uno scudetto che, alla luce delle telefonate fra i dirigenti nerazzurri e arbitri e designatori che stanno emergendo in quest’ultimo periodo, potrebbe presto essere ritirato. A rinvigorire le polemiche lanciate a più riprese dal presidente nerazzurro, questa volta ci ha pensato l’a.d. Ernesto Paolillo: “Restituire lo scudetto del 2006? Semmai la Juventus dovrebbe restituirne altri di scudetti all’Inter piuttosto che chiedere la revoca di quello del 2006”, la litania di Paolillo. Ebbene ci si continua a domandare quali siano questi scudetti? Da quel 25 febbraio 1995, primo giorno della presidenza Moratti, al giorno della “benedetta” Calciopoli, che nell’estate 2006 ha fatto piazza pulita delle antagoniste, quante volte è arrivata almeno seconda l’Inter per poter reclamare chissà quali restituzioni? Due volte su undici campionati. La prima nel 1997-98 in cui arrivò a 5 punti di distacco. E’ il campionato del famoso contatto Iuliano-Ronaldo nella Juventus-Inter alla quartultima di campionato. Ricordiamo a questo proposito che la Juventus, prima della partita, aveva un punto di vantaggio in classifica e stava prevalendo sull’Inter per 1 a 0 con gol di Del Piero segnato su azione nel primo tempo. Ammesso e non concesso che l’arbitro Ceccarini l’avesse dato, quel rigore a venti minuti dalla fine, magari l’Inter avrebbe pareggiato, ma sarebbe rimasta dietro. Si “ruba” il campionato quando un’altra squadra lo ha già vinto e in questo caso l’Inter stava dietro. Per gli interisti più ostinati che ancora rimpiangono quel mancato rigore, non sarebbe male stimolare la memoria dando un’occhiata a come Taribo West aveva affossato Inzaghi nella partita di andata (guarda qui). Poi per l’Inter è arrivato lo 0-0 con il Piacenza in casa e quindi la sconfitta a Bari per 2 -1, con i baresi capaci di capovolgere l’esito dell’incontro con due gol negli ultimi quattro minuti. Altro capitolo, campionato 2002-03, qui l’Inter arrivò a sette punti dalla Juventus. E’ il campionato in cui a San Siro i nerazzurri riuscirono a pareggiare 1-1 segnando un gol in mischia al 95’ con mezza squadra che caricava irregolarmente Buffon. Guarda caso ad arbitrare c’era lo stesso arbitro che poi sarebbe stato invocato (evitando magari il sorteggio!) dall’allora presidente Facchetti nel corso di una telefonata intercettata con il designatore dei guardalinee Mazzei, alla vigilia di un’altra Inter-Juventus un paio di anni dopo. Ma le dichiarazioni dei dirigenti interisti hanno spesso fatto riferimento anche al campionato 2001-02, quello del fatidico 5 maggio, in cui i nerazzurri letteralmente si suicidarono all'Olimpico perdendo contro la Lazio all'ultima giornata. Anche quello per loro è uno "scudetto rubato". Pazienza se al secondo posto in quell'occasione si classificò la Roma e loro finirono terzi. Probabilmente si trattava di una vera e propria esercitazione in attesa di vincere davvero classificandosi terzi, come è successo in occasione del fatidico "scudetto di cartone" del campionato 2005-06. Insomma in tempi in cui la matematica va di moda per celebrare i fasti dei successi morattiani sulle pagine dei giornali amici (leggi qui), diciamo che dal 25 febbraio 1995 al 14 maggio 2006 l’Inter ha complessivamente totalizzato 703 punti, mentre la Juventus ha conquistato sul campo 819 punti. L’abisso siderale che divide le due squadre è di 116 punti, una distanza forse paragonabile nel calcio a quella fra la Terra e Plutone. Questa era la differenza fra Juventus e Inter prima di Calciopoli, ovvero fino a quando non c’è stata una, dico una partita “comprata”, almeno da parte della Juventus, stando alle risultanze dei processi sportivi. I campionati, almeno fino al 2006, sono stati regolari a prova di smentita. Sulla regolarità di quello che c’è stato dopo, dato il sempre più assurdo cataclisma che l’ha originato, è legittimo nutrire fondati dubbi. Il video spiega come andarono effettivamente le cose in Juventus-Inter del campionato 1960-61, in quella che è passata alla storia come "la partita fantasma" prima rinviata, poi con vittoria assegnata a tavolino all'Inter, quindi da rigiocare secondo il nuovo verdetto, quindi rigiocata, ma inutile ai fini dell'esito del campionato, fra la Juventus e una squadra di ragazzini...