OMNIBUS

In questi giorni nelle sale cinematografiche di tutto il mondo è uscito (finalmente!) l’attesissimo terzo film della serie ispirata al famoso eroe dei comics Spiderman.

Questo terzo trionfo ha riscosso il successo sperato da parte di tutti, anche se  lamentele e bocche storte alla fine del film non sono mancate.

Eppure è difficile non apprezzare l’interpretazione straordinaria di Toby Maguire - che spesso si spinge a far apparire forse un po’ troppo “fessacchiotto” un Peter Parker che ha conosciuto, nelle varie rivisitazioni che sono state fatte del fumetto, una certa “evoluzione” rispetto al primo e indimenticabile secchione degli anni ’60 – ma ormai (e aggiungo  purtroppo) la capacità critica del pubblico risente delle “mode” – se così si può dire -  e la stragrande maggioranza si aspettava molte più battaglie e meno crisi d’identità del personaggio.

Ma sono proprio queste fasi “introspettive” e le idee che ci trasmette Parker\Spiderman - volontariamente o meno – a renderlo affascinante, ad elevarlo forse un po’ al di sopra di (alcuni) molti altri eroi: il fatto che sia sempre al bivio continuo di una scelta fondamentale, l’uso dei poteri di aracnide, una scelta che potrebbe portarlo in un momento ad essere un eroe e in un altro ad essere un demonio; il fatto che vederlo svolazzare tra un tetto e l’altro ci da forse anche un senso di libertà che non ha eguali; il fatto che proprio lui, un essere superiore agli altri – per quanto possa disgustare il pensare un uomo il cui DNA è stato mescolato a quello di una bestiola pelosa che sputa ragnatele da tutte le parti -  ricordi continuamente che esiste comunque, pur nella finitezza dei poteri degli umani “normali”, il modo di migliorarsi e di sforzarsi di essere dalla parte giusta al momento giusto.

Tutto ciò potrebbe anche sembrare terribilmente patetico o scontato, ma se centinaia e migliaia di fans lo acclamano prendendo d’assalto fumetterie e botteghini dei cinema può darsi che ci sia anche qualcosa di estremamente affascinante.

Om-Nio