LE ONDE INTERNE

III PARTE


Spesso, dai pescatori veniva pagato con del pesce oppure cozze, vongole e seppie, pochi soldi anzi alcune volte nulla,  però c’era almeno l’abbondanza del cibo, che metteva tranquilla la mamma sempre preoccupata a sfamarci. Quando i lavori erano commissionati dai contadini, persone generose e altruiste, le cose cambiavano,  tornava oltre che con i soldi anche con la macchina Fiat  bianca piena di  cassette di frutta e verdura, era la frutta o la  verdura che la mattina  non erano riusciti a vendere al mercato perché iniziava ad essere avariata o presentava ammaccature, alcune volte ero lo stesso babbo che andava a coglierla su permesso del proprietario; la mamma era felicissima, si adoperava in marmellate, sottoaceti, succhi di frutta, polpe di pomodoro, macedonie, lavorava anche fino a tarda notte per far si che nulla andasse buttato e ne scartava davvero poca, era per lei una soddisfazione impareggiabile avere una credenza piena di tanti barattoli di vetro colorati, solo allora aleggiava in casa un clima disteso, quasi di felicità per tanta ricchezza a costo zero, solo allora mio padre veniva da lei elogiato quasi venerato.Alzo gli occhi  e vedo la scultura in legno è la  testa di un cavallo,  è il simbolo della mia infanzia passata, doveva essere la testa del mio triciclo-dondolo, lavoro mai iniziato da mio padre, ero subito cresciuta; gli anni scorrono veloci per tutti, anche per la piccola  e tenera Trilly. OGNI vOLTA CHE RIENTRO IN BOTTEGA ALZO GLI OCCHI E MI IMMAGINI SEDUTA A QUEL TRICICO..MI VEDO SORRIDENTE E VEDO LUI ACCANTO A ME. GRAZIE BABBO PER TUTTO QUELLO CHE HAI FATTO PER ME. TRILLY