LE ONDE INTERNE
Le onde di pensiero....d'emozione...di tristezza...
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Mi piaceva le tavolette di legno, costruivo tanti mobiletti per le bambole, amavo i trucioli e la segature ed ero contenta quando ne vedevo i cumoli più alti di me, mi sentivo protetta perché voleva dire che mio padre stava lavorando ad un lavoro importante, quindi un buon guadagno, le aspettative erano sempre superiori alla realtà, non era una volpe negli affari, non gli interessavano i soldi e non partiva mai per riscuotere, aspettava che il cliente pagasse spontaneamente, molti di loro saltarono questo passaggio, a molti non ha presentato mai neppure il conto, rimanevano a fine mese tante spese per il legno. Ero orgogliosa, invece, quando arrivava il camion grande di legname, allora tutta la via notava che scaricavano tanto materiale per la bottega, più legname scaricavano, più tempo impiegavano, più voleva dire perla piccola Trilly che eravamo importanti e sperava nel suo cuore che quello successivo fosse ancora più colmo; mia madre invece era preoccupata, pensava a come pagarlo. Mio padre era così, bravo nel suo mestiere, un artista, era preciso come restauratore, portava sempre prima avanti i lavori che gli piacevano poi il resto, ma non aveva voglia di espandere la sua attività, forse decisione presa dopo aver avuto due figlie femmine, questo lui non l’ha mai detto, io sempre pensato, quasi a volerlo giustificare. Spesso in famiglia si litigava perché invece di riportarei soldi a fine lavoro, tornava con una silografia, un quadro o con una scultura. Lui tornava vincitore da una battaglia con il suo trofeo in mano, era felicissimo di possedere una nuova opera d’arte, non importando chi fosse l’artista, sapeva che salendo quelle scale che dalla bottega lo conducevano al primo piano avrebbe trovato un'altra battaglia da superare, quella con mia madre. Lui diceva di averci guadagnato con il quadro perché aveva valore e con gli anni ne avrebbe acquistato ancora di più, aggiungeva che tutti gli artisti muoiono poveri e che poi dopo la morte diventavano famosi e le quotazioni di mercato delle opere sarebbero cresciute col tempo, mia mamma rispondeva infuriata “ Io quando domani vado dal macellaio con che cosa pago? Mi porto un quadro? Gli dico di aspettare le nuove quotazioni di mercato?”. Non rispondeva alle provocazioni, perchè sapeva in cuor suo che la mmma aveva in parte ragione, in silenzio prendeva martello e il primo chiodo che trovava, si sbrigava a trovargli una collocazione, e in fretta e furia appendeva il quadro ad una parete tanto da non avere più pareti libere in casa: ogni cosa quadro, scultura, disegno, libro, una volta entrati in casa non facevano mai la strada inversa, non tornavano mai al mittente; la piccola Trilly era contenta di suo padre, credeva alle sue parole, ci credeva davvero e nell’ammirare il quadro sognava ed immaginava che quell’oggetto un giorno avesse ripagato il sudore del suo caro babbo, anzi avesse portato benessere e celebrità alla famiglia, facendo sorridere e soprattutto ricredere anche la mamma.
Trilly