A NICOLA

PUNTO DI DOMANDA.


C'era una volta il punto interrogativo, un grande curiosone con un solo ricciolone, che faceva domande a tutte le persone,e se la risposta non era quella giusta, sventolava il suo ricciolo come una frusta. Agli esami fu messo in fondo a un problema così complicato che nessuno trovò il risultato. Il poveretto, che di cuore non era cattivo, diventò per il rimorso un punto esclamativo. Questo scriveva Gianni Rodari (1920-1980), con questo elogio del punto di domanda,che è il compagno di viaggio dei bambini ed il  segno grafico più tipico di chi si aprealla vita. Ne sanno qualcosa i genitori e gli educatori con gli insaziabili «perché?»dei loro ragazzi. Eppure è innegabile quanto scriveva il romanziere francese Honoré de Balzac: «La chiave di tutte le scienze è indiscutibilmente il punto di domanda. Dobbiamo la maggior parte delle grandiscoperte al Come?, e la saggezza della vitaconsiste forse nel chiedersi, a qualunque proposito, Perché?». Parole sacrosante, queste, per molti adulti di oggi, incapaci di interrogarsi sul senso delloro comportamento, del loro agire e parlare e, alla fine, della loro stessa vita, col risultato di avere atteggiamenti insipienti e un'esistenza vuota e insensata. Non per nulla la pubblicità ama il punto esclamativo che non è, però, quello di cui parla Rodari, segno di vergogna per la complessità del mistero che ci circonda, ma solo espressione di imperio, di dominio, di sicumera e di conformismo.ALLA LUCE DEGLI ULTIMI EVENTI, RIFLETTENDO SU QUANTO SOPRA RIPORTATO, QUANTI COME  ?...DOVREMMO DOMANDARCI.QUANTI PERCHE' ?...DOVREMMO CHIEDERCI.FERMIAMOCI E RIFLETTIAMO !27 ANNI FA, IL 16 MARZO, LA NOSTRA ZIA HA APERTO LE ALIPER VOLARE VIA DA NOI...ORA SPERO VOLI  FELICE,MOLTO, MOLTO FELICE.un abbraccio a tutte voi, mie farfalle.
mamma Lu