ORGOGLIO SAMMARINESE

“…e ora, chi non è sammarinese nel sangue, è sammarinese nel cuore…”


Pierina Dominici, una partecipante al Laboratorio di scrittura sulla memoria a San Marino ci racconta la sua esperienza“Era il pomeriggio di un martedì di febbraio quando prese inizio l’avventura.Il cielo era pitturato di grigio, metà argento metà piombo, la luce del crepuscolo mandava bagliori da fare invidia a un impressionista. Le Torri spiccavano imponenti e maestose come alberi maestri di una nave pronta a salpare. Salivo sonnacchiosa il Titano mentre nella testa frullava un quesito: “Perché un Laboratorio di scrittura sulla memoria?”.Nel parcheggio mucchi di neve ben conservata e una brezza malandrina da svegliare il neurone più intorpidito. Al Dipartimento della Formazione un gran caldo, qualcuno deve pensare che sotto i venticinque gradi la temperatura sia ibernante. Dopo il “Benvenuto” ufficiale di un funzionario di Stato, a San Marino le cose si fanno sul serio (Lo avremmo capito ancora meglio i giorni seguenti quando saremo ricevuti al Palazzo del Governo dai Capitani Reggenti), veniamo divisi in due gruppi e affidati ai baldi condottieri della Scuola Holden di Torino. Il nostro capitano, Eric Minetto, sorriso tenero e sguardo limpido, lo si intuisce subito che è un tipo sensibile e meditativo. Sotto i capelli un po’ arruffati ha sinapsi effervescenti come ritmi latino-americani. Ed ecco aperte le danze, invece di fare le solite noiose presentazioni, vira di prua e chiede di porgli delle domande. La curiosità dei partecipanti si scatena e manca poco non gli venga chiesto se porta boxer coi cuoricini. Lui, con garbo e competenza, ci svela i fondamenti della scrittura così, tra suggerimenti e suggestioni, siamo pronti a navigare sull’onda dei ricordi, nel mare della memoria. Iniziamo a tessere storie, incrociando sulla trama del tempo luoghi dai nomi evocativi: Arnella, Penna Rossa, Guaita, Montale, la Cellina, Acquaviva… e orditi di avvenimenti, emozioni, palpiti, lacrime e sorrisi. Intrecci di parole, sentimenti profondi e voli d’ironia. Mille ricami e arabeschi di case perdute, palazzi gelidi, sentieri fioriti, vie solitarie, statue assassine, pantofole pelose, dolci profumati… e ancora suore, maestre, padri, nonne, bambine... E gli occhiali di Walter, volati di naso in naso? Sono già memoria.Corre il tempo, per colpa di una burrasca di neve i sei pomeriggi diventano cinque, ma le ore rimangono le stesse, mentre la partecipazione aumenta d’intensità. Il viaggio è terminato, ma nessuno vorrebbe scendere: “Siamo appena partiti!”Magia e meraviglia della narrazione che permette di conoscere, capire, condividere. Raccontare non significa solo cercare volti e avvenimenti, piuttosto trovare il senso delle cose. Coinvolti nelle storie degli altri abbiamo fatto il pieno di luoghi e di vita, scoperto che la memoria è appartenenza e identità e ora, chi non è sammarinese nel sangue, è sammarinese nel cuore.Pierina Dominici”http://www.sanmarinoworld.sm/default.asp?id=887&id_n=7641