ORGOGLIO SAMMARINESE

Questa fine non è la fine del mondo ma piuttosto la fine di un mondo


di Dario Manzaroli“Dipende da noi l’evoluzione che la realtà potrà assumere: il grado di consapevolezza, la capacità di maturare in noi stessi un cambiamento positivoLa crisi della civiltà occidentale si appalesa ogni giorno di più.Per la forza stessa degli avvenimenti, “conquiste”date per scontate cominciano a franare scuotendo lamentalità contemporanea che è poi il collante che consente ad una certa visionedel mondo di persistere.“Nessuno crede più in un progresso indefinito e c’èormai un presentimento sempre più diffuso di una crisi irreversibile di quellache chiamiamo epoca moderna. Anche l’accelerazione che gli avvenimenti edil tempo quotidiano di ciascuno hanno assunto, ci dice che tutto ciò non potràcontinuare a lungo. Non intendo ovviamente riproporre la trita idea  della fine del mondo. Questa idea ed il suo radicamento in ampi strati della popolazionefa emergere comunque il malessere diffuso in cui viviamo quotidianamentee che ben è rappresentato dall’esplodere del disagio mentale,ormaila “malattia”più diffusa, che non risparmia nessuna classe sociale e nessuna fasciad’età.Ma non dobbiamo accontentarci di una lettura psicologica di questo vastodisagio sociale e psichico, dobbiamo cercare di andareoltre. Molte persone sentono confusamente la fine di qualche cosa.Questa fine non è la fine del mondo ma piuttosto la fine di un mondo: e se quelloche deve finire è la civiltà occidentale così come oggi si è ridotta, allora si trattadella fine proprio del nostro mondo di occidentali che pensano ed hannosempre pensato che quella occidentale è la civiltà per eccellenza.Si tratterebbe quindi più propriamente della fine di un’epoca e di un ciclo storicoe non della fine di tutto.Quello che insegnano le dottrine tradizionali (compresa quella Maya) è checome esistono cicli cosmici così esistono cicli storici con un loro inizio,uno sviluppoed una loro fine. E’ stato così più volte in passato e lo sarà ancora in futuro:la fine del ciclo attuale sicuramente avrà importanti ripercussioni su varipopoli e varie e vaste aree del mondo data l’interconnessione che l’attuale civiltàoccidentale ha impresso ad ampie zone del nostro pianeta: l’attuale disordinequindi come premessa ad un nuovo ordine che più volte nei tempi si è determinato.Ciò non in maniera fatalistica e scontata, e non senza traumi e travagli personalio di gruppo, ma come legge generale dell’universo, che come hanno intuitoi nostri antenati greci: così nel grande come nel piccolo;macro e microcosmo. Dipende da noi, dagli attuali viventi, l’evoluzioneche la realtà potrà assumere: il grado di consapevolezza, la capacità di maturarein noi stessi un cambiamento positivo, il recupero dei valori universalidi umanità e di spiritualità che facciano diga contro un materialismo che tuttopare inghiottire e distruggere. La parola materialismo risale al XVIII secolo e significava l’esistenza reale della materia. Tutta la scienza sviluppatasi negli ultimi secoli è uno studio del mondo sensibile ed i suoi metodi (che fra l’altro applicatialterano la materia stessa inficiando i risultati dell’osservazione)sono applicati solo al misurabile. Ciò che non è misurabile quasi non esiste o si può fingere che non esista.La bellezza è misurabile? Sono misurabili la dignità ed il rispetto? La saggezzavale? E vale l’esperienza e la vecchiaia? E’ il denaro la misura di ogni valore?E’ questa la radice del male?Dario Manzaroli”