ORGOGLIO SAMMARINESE

Protettorato? Moro e Bigi dissero no!


Repubblica indipendente o “protettorato”?
Sembra più un bizzarro tormentone estivo anziché una sferzante alternativa prefigurata non da uno qualsiasi, ma dal Procuratore capo di Rimini, Paolo Giovagnoli, e amplificata dal “Corriere della Sera”. Giovagnoli, a cui peraltro non saranno sfuggiti i comportamenti e i giudizi su San Marino riconducibili a tali Napoleone III, Abramo Lincoln e Giuseppe Garibaldi, ma non solo a loro, avrà quindi tenuto conto di dati di fatto che, applicati al momento presente, fanno pendere il piatto della bilancia non certo dalla parte dell’indipendenza. Che altro dissimula, infatti, la nostra  rincorsa alle norme più severe e vessatorie degli organismi internazionali, l’angoscia per gli esami che non finiscono mai da parte del FMI, del GAFI, dell’OCSE, ai quali fanno da pendant il gelo, il pregiudizio, se non le vere e proprie costrizioni che da oltre due anni stanno alla base dei nostri rapporti con  l’Italia? D’altra parte allo stesso Giovagnoli probabilmente nessuno avrà raccontato del faticosissimo percorso di cui il Prof. Federico Bigi, allora Segretario di Stato per gli Affari Esteri, si fece carico per poter sottoscrivere, il 10 settembre 1971, quell’accordo bilaterale che metteva fine, guarda caso, a più di un secolo di “amicizia protettrice” da parte dell’Italia. Dirimpettaio di Bigi era un Ministro degli Esteri che si chiamava Aldo Moro! Negli accordi e nelle relazioni rimasero, integre e operanti, la “perpetua amicizia” e il “buon vicinato”, almeno  fino a un paio di decenni addietro. Non di più! Oggi addirittura, senza un minimo rispetto della storia e delle persone, a mala pena un Segretario degli Esteri
riesce a balbettare che “San Marino esiste ed è indipendente da oltre 1710 anni e non ha nessuna intenzione di diventare un protettorato né dell’Italia né di qualunque altro Paese”. Mentre non lesina isterici e audaci fendenti contro uno Stato - l’Italia, appunto -, che  “negli ultimi anni non è riuscita a debellare dal suo territorio la malavita organizzata, che anzi si è propagata a tutte le regioni italiane e ha messo radici in numerosi Paesi, anche dell’Unione Europea”. Affermazioni di una gravità e di un’imprudenza senza pari, che nessun altro, dallo stesso Bigi fino all’ultimo Segretario degli Esteri, avrebbe mai pronunciato. Solo la Mularoni lo fa. E sta anche qui l’anomalia sua e di chi ancora le consente, incautamente, di ricoprire quel ruolo in nome della Repubblica. Ma… “not in my name”. Pier Roberto De Biagi per “Nuovo Quotidiano di Rimini”