ORGOGLIO SAMMARINESE

ll potere effettivo dagli organi istituzionali in mano ai partiti.................


La brutta copia dell'Italia ..............Cristoforo Buscarini analizza l'evoluzione delle leggi elettorali dal primo 1900 ad oggiLe ultime elezioni per il rinnovo del ConsiglioGrande e Generale si sono svolte secondole norme della legge elettorale maggioritariaappositamente varata, sulla scia dei principiintrodotti in Italia con il famoso “porcellum”che ha rimpiazzato il non meno singolare
“mattarellum”, leggi grazie alle quali una listaminoritaria quanto a consenso elettorale, acerte condizioni può divenire maggioranza assolutain parlamento. E’ quanto è accaduto inItalia ed ora ne vediamo gli esiti in termini di derivademocratica.La legge elettorale sammarinese ha mutuato dalla legislazioneitaliana solo alcuni aspetti, peraltro noninsignificanti in quanto comunque instaura una fratturafra voto dei cittadini e rappresentanza consiliarein termini quantitativi. La propensione a “copiare” lenovità elettorali di Roma è da noi non nuova.La legge elettorale del 1920, che ha sanzionato lostrapotere dei partiti nella selezione del personalepolitico, non è che la derivazione della riforma elettoraleitaliana dell’epoca.Ora è evidente che ciò che è opportuno se non necessario
per una realtà statuale di diverse decine di milionidi abitanti, può essere inaccettabile per un paeseche ha la dimensione della città stato, nella qualela partecipazione diretta dei cittadini nella fase deliberantedovrebbe essere la modalità base del viveresociale. A tale principio si era ispirato il deliberatodell’Arengo del 1906 allorchè aveva fissato le modalitàdi rinnovo del Consiglio senza formalità catenacciodi presentazione di liste e senza espedienti finalizzatia distorcere il criterio di rappresentanza. In effettidal 1906 al 1920 San Marino ha vissuto un’espereienzadi democrazia patriarcale nella quale capibastonee clientele non hanno avuto grande spazio, ed il rinnovodi un terzo del Consiglio ogni biennio attribuivaai cittadini una incisiva potestà di controllo suirappresentanti del corpo elettorale.Con il sovvertimento del sistema operato nel 1920i partiti divengono i veri protagonisti, nel bene e nelmale, della vita comunitaria: formano le liste elettoralia loro arbitrio, dal vertice dettamo programmied obirettivi di governo, individuano le priorità politiche.Insomma il potereeffettivo passa dagli organi istituzionali alle sedi dipartito con le conseguenze sopra accennate. La leggeelettorale del 1920 grosso modo proporzionalista,dopo la parentesi del ventennio, è tornata in vigorenel 1945 ed ha ricevuto una integrazione nellacarenze più vistose, con la legge elettorale del 1958,che però ha aperto il capitolo discusso delvoto percorrispondenza, capitolo chiuso dopo due tornateelettorali.Con la riforma del 2007 si è attuata una vera e propriademolizione del sistema di rappresentanza sperimentatonel corso del Novecento.Sbarramenti introdotti per la presentazione di liste,soglie percentuali per entrare in Consiglio, premidi coalizione, e tutto l’armamentario dell’ingegneriaelettorale per assicurare, si è detto, maggioranzestabili evitando capovolgimenti di fronte e giochidi alleanze. L’esperienza italiana ha dimostratoche sistemi di blindatura non hanno assicuratostabilità politica, ma hanno depauperato la rappresentanzapolitica minoritaria, ricchezza di una nazione.Quanto poi alla ingessatura delle rappresentanzeparlamentari, l’aspirazione velleitaria è naufragatadi fronte al fondamentale principio costituzionalesecondo cui l’eletto non è soggetto a vincolodi mandato, ma ha piena libertà di scelta politica.L’eletto insomma è portatore di una cambiale inbianco che dovrà onorare semmai alla fine della legislaturase vorrà il rinnovo del proprio mandato. Anchel’esperienza elettorale sammarinese ha dimostratoche se l’adozione di una legge protesa sul cigliodell’incostituzionalità, non ha certo risolto quelle aspirazionidi “stabilità” su cui la si è motivata.Qualche esempio. Il Partito dei Socialisti e dei Democraticiha perso la non piccola componente dei SocialistiRiformisti, che a loro volta hanno subito unesodo individuale. Dall’altra parte, dal seno capientedella DC si è avuto un crescendo di parti, di cui èpersino arduo rammentare le sigle, in seguito a scomposizionie ricomposizioni in un vortice di accordie rotture: Popolari, Europopolari, Democratici dicentro, ecc:. Fuori di qui l’iniziativa coraggiosa dei“triumviri” Casini, Rutelli, Fini, con l’adesione di qualchesuperstite dei compianti partitini del centroliberaldemocratico come La Malfa, è protesa al superamentodi un bipolarismo che ha corroso la vita democratica.Qualcuno a San Marino vorrà farsene caricoproponendo un ritorno al collaudato proporzionalismocontemperato da robuste iniezioni di istituti didemocrazia diretta di invidiataesperienza svizzera?Cristoforo Buscarini