ORGOGLIO SAMMARINESE

MATTEO and MATTEO..........


Dal parto al primo giorno di scuolaDopo il parto difficile e podalico, tanto che si è reso necessario un taglio cesareo che dovrà fare tenere per cinque mesi in incubatrice un paio di deleghe, il pupo è diventato già grande e ieri era al suo primo giorno di scuola. Quello che vivevano un po’ tutti i neofiti dell’aula, di maggioranza e di opposizione. E al primo giorno di scuola, si sa, si è indulgenti con il maestro che ancora non si conosce, ma se si deve biasimare qualcuno si boccia il preside che ha distribuito le cattedre. E’ un po’ quello che è accaduto in consiglio dove dall’opposizione si sono criticate, ma non troppo, le scelte fatte sopratutto per gli accorpamenti di giustizia e turismo, ma allo stesso tempo si è lasciata una apertura di credito su come ci si comporterà alla prova dei fatti. Allo stesso tempo dalla maggioranza si è aperto, ma non troppo, al confronto con tutti, descrivendo a grandi linee quello che si vuole fare. Ma al di là delle posizioni politiche di circostanza e di strascico della campagna elettorale, i due interventi da segnalare perché maggiormente concreti rispetto agli  altri, sono stati quelli di due che si chiamano uguale. Matteo. Da un lato Matteo Fiorini, neo Segretario al territorio e ad altre sei deleghe. Dall’altro Matteo Zeppa di Rete. I suoi gli direbbero Gian Matteo, ma a lui non piace tanto. Ognuno, nel rispettivo ruolo, ha a suo modo piazzato parole concrete. Intanto, quando ha iniziato a parlare Matteo Fiorini si è capito perché è andata a lui la delega al territorio. Non c’entrano nulla gli equilibri politici. Non c’entrano neppure le competenze che da subito ha dimostrato di avere. No, no. C’entra la “erre moscia”. Così come il suo predecessore. Dopo tanti anni che era in quel Dicastero sarebbe stato troppo traumatico se fosse cambiata anche quella. Glottologia a parte, Fiorini ha messo in fila le cose che intende fare con le sue impegnative deleghe non nascondendo né la preoccupazione per il ruolo da ricoprire, né che il passato, nello sfruttamento del territorio, nella trascuratezza delle politiche giovanili, nelle politiche energetiche e di riutilizzo o gestione dei rifiuti, non ha brillato per oculatezza e lungimiranza. Efficienza energetica e rispetto del territorio. La sovranità passa anche da queste cose. Da un lato, quindi, chi è chiamato a fare quello per cui è stato incaricato. Dall’altro chi ha il compito di pretendere che ciò che è necessario fare venga attuato. E allora Zeppa interviene con i suoi capelli che definire spettinati è un eufemismo, senza occhiali, con la cravatta che manco voleva mettere e sottolinea che non contano maggioranza o opposizione se poi vedi gente che va fare la spesa e deve lasciare da pagare. E lui che lavora in un supermercato lo sa bene. Non conta sedere a Palazzo se una trentina di famiglie devono avere migliaia di euro da una impresa che ha trovato porte aperte, ha lucrato sugli sgravi e ora se ne strafrega dei lavoratori. “Noi veniamo dalla strada, venite a vedere cosa succede nella vita reale. Basta difendere i privilegi!” Equità, non privilegi. Diritti, non favori. La sovranità passa anche da queste cose.Antonio Fabbri