ORGOGLIO SAMMARINESE

MARINO PERDE IL POSTO


DI RENZO BONELLIE' di questi giorni la notizia e la conseguente polemica che la statua di SAN MARINO, posta in Pieve e in posizione centrale, contrasterebbe con esigenze liturgiche previste in occasione della visita del Papa . ragione per la quale se ne prevede lo spostamento , non si sa se definitivo. Ritengo che per ottenere un paio di giorni di visibilità sui giornali con eventi di cui non ci si debba vergognare come al solito , i nostri responsabili  sembrano disponibili a tradire definitivamente e radicalmente la storia di questo paese.Non si può trattare San Marino a livello di un santo protettore attribuitoci o perché nato nel luogo (San Francesco), o perché trasportatovi da defunto (San Marco). Marino è il fondatore, quindi l’origine, il simbolo, la libertà, la storia. Per i credenti è un santo cristiano, per tutti è il fondatore, quindi una bandiera, uno stemma , un simbolo dal quale ha origine tutta la Repubblica, tutta la sua gente, le istituzioni e quant’altro faccia parte di questa comunità. Capite bene che il discorso non è confessionale, ma laico, che di più non si può. Lo sapevano bene i nostri “vecchi”, che nella sala del Consiglio hanno posto in una posizione centrale e di assoluta preminenza la Sua immagine. Al centro della tempera del Retrosi troneggia Marino all’interno della cosidetta mandorla, che nell’iconografia cristiana è stata sempre riservata a Dio Creatore, o al massimo alla Madonna e Bambino. Nessun santo è stato mai inserito all’interno di questo tipo di decorazione. Ciò significa che Marino per i suoi discendenti è stato considerato il creatore di loro stessi e di tutto ciò che ad essi appartiene. In quella sala è stato ricevuto anche un Papa e non vi sono state lamentele od osservazioni in ordine all’onore, pare per qualcuno eccessivo, attribuito al Santo.Credo che la storia nostra sia cominciata così e vada rispettata ancora per ciò che è , anche se il suo insegnamento è stato abolito nelle scuole e anche se la TV di Stato non si cura  di divulgare quello che hanno scritto e commentato su di essa numerosi autori locali ed esteri.