AGENZIA DEL LAVORO

SVILUPPO ED OCCUPAZIONE


Quando si parla di sviluppo economico e occupazione si deve partire dal presupposto che i problemi non sono solo strutturali come la pressione fiscale e la flessibilità del lavoro, ma anche strategici. L’innovazione crea occupazione e sviluppo. I Paesi, in più veloce crescita economica sono quelli con una quota rilevante di produzione nell’area dell’innovazione; i mercati si stanno allargando nei settori che vanno dalle tecnologie più avanzate ai sistemi di comunicazione a rete e a tutti i servizi connessi. Se l’Europa e l’Italia non cavalcheranno l’onda più veloce dello sviluppo economico, finirebbero appiattiti sulle produzioni tradizionali rischiando la competizione dei Paesi a basso costo del lavoro. l’Italia deve trovare una nicchia nell’economia digitale dove si creano le nuove realtà produttive, che rappresentano il futuro dei consumi mondiali. Nel documento della U.E. “Agenda 2000”  quasi la metà delle risorse finanziate sono destinate all’agricoltura, settore che in Italia ha smesso di essere propulsivo da almeno 50 anni. Oggi agricoltura e industria insieme danno lavoro al 30% degli Europei mentre il terziario ne occupa il 70%. Per cui si finanzia un settore che non offre occupazione e non crea innovazione tale da essere competitivi con gli altri Stati. Nell’indagine realizzata per le attività di innovazione, ha previsto che se si garantisse l’accesso economico del cittadino alla società dell’informazione (information society), prevedendo una detrazione fiscale per le famiglie che acquistano un computer si potrebbe  arrivare alla società dell’informazione. Per lo Stato le detrazioni sarebbero compensate dal maggiore introito sull’IVA. Nel  particolare  la situazione delle famiglie che utilizzano il personal computer  in alcuni paesi dell’Eurolandia è la seguente: In Italia il 26,5 % delle famiglie ha un computer; In Francia tra personal computer  e minitel si arriva al 45%; Nei Paesi del Nord (Olanda, Finlandia, Danimarca, Norvegia) sono intorno al 60 %; Il Regno Unito tocca il 35 %;  Nella ricerca sulle politiche industriali per lanciare “l’information society” emerge che gli Stati Uniti hanno agito con interventi sulle grandi infrastrutture spingendo al massimo sul commercio elettronico. Mentre, l’Italia, ha fatto ben poco e soltanto nelle aree complementari che sono sostegno all’innovazione delle imprese e riorganizzazione del lavoro per aumentare l’occupazione. Da indagini Excelsior Union Camere emerge che nella riorganizzazione del lavoro per aumentare l’occupazione un candidato protagonista è il Telelavoro, infatti  le imprese hanno  previsto circa 700.000 posti di lavoro per il futuro. Si  ritiene che circa 250.000 soggetti per il tipo di lavoro richiesto potrebbe essere impiegato entro pochi anni con il telelavoro. Un giovane di Catania potrebbe così lavorare per una impresa di Bologna senza muoversi di casa. In Italia c’è già la base per mettere in rete la democrazia telematica cioè utilizzare le tecnologie per migliorare i servizi, al fine di realizzare grandi programmi in formazione a distanza (FAD). L’Obiettivo è che entro cinque anni in ogni casa europea ci dovrà essere un computer.