ORO'S BLOG

SEI ANDATO VIA. 5 GENNAIO 1997


Te ne sei andato all’improvviso, senza dire nulla, probabilmente lo sapevi che prima o poi avresti fatto questo passo, ma non quella mattina … e adesso io sono qui. Fa veramente freddo, ma me ne accorgo solo per via della neve che resta ghiacciata e dura sotto i miei passi. Che dire. Volevo raccontarti ancora tante cose, dirti che ti ho sempre voluto bene, raccontarti di quanto mi sentivo importante quando, raramente, i nostri corpi erano vicini e si sfioravano; quando le tue mani grandi prendevano le mie più piccole. Dirti di quanto mi è mancata quella confidenza di fisicità di cui per un certo periodo ho avuto bisogno. Non mi hai mai detto che ero brava e che eri orgoglioso di me, ma io non ti ho mai nemmeno raccontato dei miei sogni, dei miei desideri, dei bisogni che potevo avere. Te ne sei andato, in silenzio, senza disturbare nessuno. Lasciandomi sola in un vuoto incolmabile. E quella sera a piangere di nascosto sotto la doccia, per non farmi vedere da tuo nipote. Quanto vi siete amati, papà, quanto ci manchi. Come faccio a dirti che ho un disperato bisogno di te. “Ho voglia di mio padre, della sua presenza”. Te ne sei andato papà, quella mattina l’elicottero dell’ospedale ha cercato di superare il tempo per salvarti, ma non ce l’ha fatta. E cosa faccio da sola? Anche se tra di noi non c’era un dialogo fatto di piccole cose interiori, profonde e reciproche confidenze quando eri vivo, senza sforzo sono riuscita a costruirlo adesso. Tutti i giorni sei nei miei pensieri, sei con me; ti chiedo consigli come non ho mai fatto quando eri vivo, ti accarezzo virtualmente, come non ho mai fatto realmente. Ti chiedo aiuto quando il mondo mi abbandona. E - paradossalmente - tu ci sei. Finalmente, solo per me. Ma posso dirtelo solo ora, con un peso nel cuore per non averlo fatto quando eri qui: ti voglio bene papà … non abbandonarmi.