Makron Blog

Post N° 433


Qual'è il tuo maggior pregio?Quale il tuo più grande difetto?E se entrambi fossero la stessa cosa??Può essere considerato un pregio il fatto di percepire in netto anticipo quelli che saranno i mutamenti che avverranno attorno a me, di capire l'essenza di una persona escludendo istantaneamente tutte le sfumature che tendono a invaghire la percezione del carattere di una persona. Però spesso può farti apparire agli altri come persone strane, un po' fuori dagli schemi, non allineate… e quindi difficili da gestire.Ma la grande e vera qualità è un altra : quella di non essere allineato a nulla e a nessuno, riuscendo cosi a percepire con grande libertà, e in modo del tutto intuitivo e privo di qualsiasi barriera tutto ciò che ci circonda. Essere quindi un vero e propri metro di giudizio per chiunque. Chiaramente tutto ciò ha un prezzo. Il vissuto della diversità, ovvero il vivere al di fuori di schemi e strutture che per quanto rigide e castranti, offrono pur sempre sicurezze e stabilità, cosa che invece non si possiede se si va oltre di esse. Forse sta anche in questo la mia innata conflittualità tra la ricerca di libertà e il bisogno di strutture rassicuranti precise e contenitive. Si tratta più di un conflitto mentale, sentito in termini intellettivi, poiché la scelta è sempre a favore della prima, perché emotivamente non riuscirei mai ad accettare qualcosa che può impedire di esprimermi e sperimentare autonomamente tutto ciò che giunge nella mia vita. Del resto questa è la mia vita....Nel bene e nel male.E sta anche in questo la necessità di non costruire legami stretti, storie d'amore lunghe e durature, dove spesso manifesto il meglio… anzi il peggio di me. La forte empatia tende nella fase iniziale di una storia a strutturare un profondo legame e a fomentare aspettative di un legame speciale, del tipo due cuori e una capanna, visto che poi in genere ho una particolare predisposizione ad attrarre persone che tendono a legarsi eccessivamente, ad essere gelose e possessive.E' facile poi sentirsi oppressi, schiacciati, limitati e iniziate la fuga, l'allontanamento. La richiesta di maggiore libertà ed autonomia diventa un pagliativo inutile. Tutto ciò da il via a conflitti, a situazioni pesantissime, la cui gestione richiede molta pazienza e molto tempo.Ma toglie spazio per fare altre cose, e la consapevole 'inutilità di ogni azione mi porta ad avere un grado di sopportazione pari a zero.La sfida consiste allora nel mantenere ben saldo il bisogno di libertà, mettere subito in chiaro, anche a rischio di deludere e ferire, che è vitale peravere spazi di totale autonomia e solitudine nei quali nessuno può entrare. Scelta sicuramente difficile da attuare, ma che alla lunga non mancherà di dare i suoi generosi frutti.Lezione da apprendere: riuscire a mantenere salde le proprie decisioni senza temere il giudizio e l'accettazione altrui.