Diario Flessibile

Post N° 107


E' solo una canzone ma diobono come picchia duro... Dentro! Una canzone di anni fa; per tappare i buchi e per chiudere quelle ferite non dolenti ma che sono brutte a vedersi. Pensavo all’uso che potrei concedere del mio corpo dopo questa amata vita. Già perché, il fegato non lo consiglierei al peggior nemico, così come per questo cervello indipendente progressista e bastardo. Ma è nel petto che riposa la ciliegina sulla torta! Come può, un cuore ridotto a colabrodo, mostrarsi così in carne? Forse queste vagonate di emozioni, che ancora insistono a non lasciarlo cedere, possono tenerlo in vita ancora a lungo? Sarebbe un gran bel circo. Anch'io qualche volta desidero guardarmi dal di fuori; un corpo goffo che si svuota lentamente e cede a quello stimolo, ormai troppo diffuso, di abbandono... Ma no perdio, non mollo nemmeno un filo d’aria! Ho il cuore ferito e bucato ovunque... Ho lasciato trafiggerlo da chicchessìa... Ho ceduto alle passioni pagando l’alto prezzo del vuoto poi... E’ vita anche questa, stramaledetti pirati del ben pensare ed ora vivo lo stesso, libertino, ribelle ma DEGNO! Non v’è luogo dove debba abbassare lo sguardo e non mi vergogno se, a volte, il mio cuore ha delle perdite... Ho emozioni a sufficienza per poter aprire il rubinetto e tenerlo gonfio... Come una mongolfiera col suo braciere! E chi mi vuole bene ascolti questa canzone più volte e si lasci andare... Ad un inarrestabile fluire di emozioni! E domani, come sempre, mi fermerò a razionalizzare. Adesso, invece, voglio godermi un po’ di questo amaro in bocca e vedere dove l’anima può arrivare con una canzone...
© Image Alex Bavari