Odeporica

Un milione di passi


 
 Sapeva che doveva tenersi a distanza da Lui. Ma non ci riusciva. Qualsiasi cosa facesse o dicesse, tutto in ogni suo piccolo gesto, in ogni nascere di pensiero riconduceva inevitabilmente a Lui. E Stefania sapeva che rischiava di farsi male. Ma non se ne curava più di tanto. Era così perfetto il corpo di Lui mentre si distendeva sul suo ventre e la schiacciava, e la possedeva, iniettandole quel dolce veleno che la faceva fluttuare come una piuma mossa dal vento. La voglia di averlo le scorreva nelle vene, come musica liquida Lui fluiva dentro le sue viscere inebriandole il corpo e la mente. Stefania era attratta da questo gioco perverso ma, nonostante avesse la consapevolezza di dover fuggire, la sua volontà era inversamente proporzionale alla coscienza. Più cercava di scappare più restava in balìa di Lui. Una farfalla nella tela di un ragno. Un'immagine troppo poetica per rappresentare il loro rapporto, nato per caso in un giorno qualunque in una strada di periferia. Lui, calamita per le donne; lei, magnete per i belli e dannati. Distanza. Mettere un milione di passi per allontanarsi da Lui. Questo doveva fare. In verità aveva tentato, in un momento di incertezza di Lui, quando le aveva detto che doveva allontanarsi da lei, che non voleva sentirsi così coinvolto. Aveva tentato di mettere quel milione di passi. Lui, sposato e in carriera, non poteva permettersi che l'amante di turno compromettesse la sua vita perfetta. Stefania aveva messo un muro insormontabile: l'aveva tradito. Nel peggiore dei modi. Una sveltina con un tizio di cui non ricordava neanche il nome. Una serata con le amiche, un bicchiere di troppo, nella testa solo la voce di Lui che le diceva di non volerla rivedere. Quale miglior vendetta se non agire come mai ci si sarebbe aspettato da lei, sempre così dolce e disponibile? Quale miglior modo per farsi odiare se non essere una persona da tenere a distanza avendo un comportamento aberrante che giustificasse ogni rifiuto di Lui? Lui, traditore nato, mai fedele a nessuno se non a sé stesso, che con un tira e molla continuo le aveva intessuto intorno ai polsi delle manette invisibili che la legavano e la tenevano ferma, legata a Lui, unico ad avere la chiave per liberarla. Stefania gli aveva confessato il suo tradimento. E la reazione di Lui fu esattamente quella che lei voleva. Benchè non ammettesse il suo coinvolgimento Lui non poteva fare a meno di Stefania. Continuavano a vedersi, ogni incontro era un cerchio perfetto, aveva un inizio ed una fine. Ogni incontro non ne precludeva e non ne assicurava un altro. Ci sei, ci sono, vediamoci. Mentre facevano l'amore Lui le diceva sempre ti odio. Era cambiato il modo di possederla, la dolcezza s'era trasformata in passione. Ogni volta era una stilettata al cuore. Stefania lo implorava con lo sguardo di concedersi ancora a lei, e Lui si rifiutava. Il marchio a fuoco impresso sulla sua anima, la lettera scarlatta che s'era appuntata da sola sul cuore giustificava i rifiuti di Lui e lei accondiscendeva ad ogni suo volere. Gli permetteva di tirarle i capelli fino a farla piangere, perchè sapeva di meritarlo. Erano schiavi uno dell'altra. Lei lo seduceva per averlo, Lui prima cedeva e la faceva sua donandosi a lei e poi la rifiutava.Effimera distanza quella che li divideva. Un amore senza promesse non ha nè freni nè impedimenti, inutile inventarsene.Stefania restò nel letto, nonostante Lui fosse andato via lasciandola come al solito senza neanche un saluto, andava via borbottando qualcosa di indecifrabile, una volta le era sembrato di sentirgli chiedere "perchè l'hai fatto? eri perfetta per me, invece hai rovinato tutto" e a conclusione della frase non un punto, ma una porta sbattuta. Restò nel letto, avvolgendosi attorno al corpo ancora nudo e tremante le lenzuola. Quelle lenzuola dense del profumo di Lui. Se le avvicinava al viso e inspirava profondamente, con una mano teneva il lenzuolo sul viso, con l'altra ricercava quel piacere che solo Lui sapeva darle, cercava i movimenti di Lui nelle dita che infilava dove ancora avvertiva la sua presenza, indugiava e fremeva fino a godere ancora. Un orgasmo pregno di odori e ricordi che, però, sapeva di amaro, come le lacrime che le rigavano il viso.Un milione di passi doveva percorrere per distanziarsi da Lui."non adesso, forse domani" disse a sé stessa, tirando su col naso mentre rifaceva il letto senza cambiare le lenzuola, per assaporare per un'altra notte ancora un pò di quell'odore.