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L'AVVENTURA DELLO ZERO

Post n°10 pubblicato il 22 Marzo 2008 da lady_math

C'era una volta
un povero Zero
tondo come un o,
tanto buono ma però
contava proprio zero e
nessuno
lo voleva in compagnia.
Una volta per caso
trovò il numero Uno
di cattivo umore perché
non riusciva a contare
fino a tre.
Vedendolo così nero
il piccolo Zero,
si fece coraggio,
sulla sua macchina
gli offerse un passaggio;
schiacciò l'acceleratore,
fiero assai dell'onore
di avere a bordo
un simile personaggio.
D'un tratto chi si vede
fermo sul marciapiede?
Il signor Tre
che si leva il cappello
e fa un inchino
fino al tombino...
e poi, per Giove
il Sette, l'Otto, il Nove
che fanno lo stesso.
Ma cosa era successo?
Che l'Uno e lo Zero
seduti vicini,
uno qua l'altro là
formavano un gran Dieci:
nientemeno, un'autorità!
Da quel giorno lo Zero
fu molto rispettato,
anzi da tutti i numeri
ricercato e corteggiato:
gli cedevano la destra
con zelo e premura
(di tenerlo a sinistra
avevano paura),
gli pagavano il cinema,
per il piccolo Zero
fu la felicità.

[GIANNI RODARI]

 
 
 

BUONA PASQUA!!!

Post n°9 pubblicato il 21 Marzo 2008 da lady_math

 
 
 

L'ESSENZIALE E' INVISIBILE AGLI OCCHI

Post n°8 pubblicato il 11 Marzo 2008 da lady_math

"In quel momento apparve la volpe.
<< Buon giorno >>, disse la volpe.
<< Buon giorno >>, rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
<< Sono qui >>, disse la voce, << sotto al melo...>>
<< Chi sei? >> domandò il piccolo principe, << sei molto carino...>>
<< Sono una volpe >>, disse la volpe.
<< Vieni a giocare con me >>, le propose il piccolo principe, << sono così triste...>>
<< Non posso giocare con te >> disse la volpe, << non sono addomesticata >>.
<< Ah! scusa >>, fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
<< che cosa vuol dire "addomesticare"? >>
<< Non sei di queste parti tu >>, disse la volpe, << che cosa cerchi ? >>
<< Cerco gli uomini >>, disse il piccolo principe. <<
Che cosa vuol dire "addomesticare"? >>
<< Gli uomini >>, disse la volpe, << hanno dei fucili e cacciano. è molto noioso! Allevano anche delle galline. è il loro solo interesse.Tu cerchi delle galline? >>
<< No >>, disse il piccolo principe. << Cerco degli amici. Che cosa vuol dire "addomesticare" ? >>
<< è una cosa da molto dimenticata. vuol dire "creare dei legami"...>>
<< Creare dei legami? >>
<< Certo >>, disse la volpe. << Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo >>.
<< Comincio a capire >>, disse il piccolo principe. << C'è un fiore...credo che mi abbia addomesticato...>>
<< È possibile >>, disse la volpe. >> Capita di tutto sulla Terra... >>
<< Oh! non è sulla Terra >>, disse il piccolo principe.

La volpe sembrò perplessa:
<< Su un altro pianeta ? >>
<< Si >>.
<< Ci sono dei cacciatori su questo pianeta ? >>
<< No >>.
<< Questo mi interessa! E delle galline ? >>
<< No >>.
<< Non c'è niente di perfetto >>, sospirò la volpe.

Ma la volpe ritornò alla sua idea:
<< La mia vita è monotona. Io dò la caccia alle galline e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano.Ed io mi annoio perciò. ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi laggiù in fondo, i campi di grano ? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano....>>
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe: 

<< per favore... addomesticami >>, disse.
<< Volentieri >>, rispose il piccolo principe, << ma non ho molto tempo, però. ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose >>.
<< Non si conoscono che le cose che si addomesticano >>, disse la volpe. << Gli uomini non hanno più il tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami! >>
<< Che cosa bisogna fare? >> domandò il piccolo principe.
<< Bisogna essere molto pazienti >>, rispose la volpe. << In principio tu ti siederai un pò lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un pò più vicino... >>
Il piccolo principe ritornò l'indomani. 

<< Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora >>, disse la volpe. << Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sà quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti >>.
<< Che cos'è un rito ? >> disse il piccolo principe.
< < Anche questa è una cosa da tempo dimenticata >>, disse la volpe. << è quello che fà un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora diversa dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza >>.
Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina:
<< Ah! >> disse la volpe, << ... piangerò >>.
<< La colpa è tua >>, disse il piccolo principe, << io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi... >>
<< È vero >>, disse la volpe.
<< Ma piangerai! >> disse il piccolo principe.
<< è certo >> disse la volpe.
<< ma allora che ci guadagni? >>
<< Ci guadagno >>, disse la volpe, << il colore del grano >>.
Poi soggiunse:
<< Và a rivedere le rose. capirai che la tua è unica al mondo.
<< Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto >>.
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
<< Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente >>, disse. << Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. ma ne ho fatto il mio amico ed ora è per me unica al mondo >>.
E le rose erano a disagio.
<< Voi siete belle, ma siete vuote >>, disse ancora. << Non si può morire per voi. certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, Perché è che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho uccisi i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle).
Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere.
Perché è la mia rosa >>.
E ritornò dalla volpe.

<< Addio >>, disse.
<< Addio >>, disse la volpe. <<
Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore.
L'essenziale è invisibile agli occhi
>>.
<< L'essenziale è invisibile agli occhi >>, ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
<< È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante >>.

[...]
<< Gli uomini hanno dimenticato questa verità.
Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato.>>


(da: "Il Piccolo Principe" di Antoine de Saint-Exupéry) 

 
 
 

Post N° 7

Post n°7 pubblicato il 10 Marzo 2008 da lady_math

Le gocce di pioggia sul vetro mi hanno riportato alla mente la canzone di Venditti “Ricordati di me”: “..e tutta la città è allagata da questo temporale..”. La radio, compagna inseparabile negli ultimi tempi, era in pausa pranzo. Ma era come se fosse accesa, il rumore dei tergicristalli era soffocato dalle note che suonavano nella mia mente. Ed ecco riaffiorare il ricordo della prima volta che l’ascoltai: avevo quindici anni. Quanti sogni, allora. Quante speranze. Cos’è cambiato? Talvolta ci fanno credere che i sogni appartengono solo agli adolescenti e che una persona adulta non ne ha più. Io sono convinta che una persona che non sogna più sia una persona morta. Sognare non per fuggire dalla realtà, ma per cambiare. Altrimenti diventiamo delle cose inermi e.. senza vita. Certo, i miei sogni di adesso non sono più gli stessi di allora,.. anche perché io non sono più quella di allora.. da adolescente pensavo che essere felici volesse dire trovare un grande amore.. solo quello! passavo interi pomeriggi a fantasticare dietro uno sfiorarsi di mani, dietro uno sorriso rubato.. ad immaginarmi chissà che cosa.. comunque delegavo ad altri il compito di rendermi felice! adesso, invece, alla luce di qualche anno di maturità in più, mi sono resa conto che i motivi di felicità non si possono delegare a qualcun altro o a qualcos’altro esterno a noi stessi. Conoscendomi meglio ho, o almeno credo, raggiunto un certo equilibrio ed ho capito che i motivi di felicità li devo trovare in me. E’ stato così che ho cominciato a trovare tanti motivi per alzarmi la mattina e per essere felice. Sembra stupido, e forse banale, ma per me è stata una grande conquista! “Qual è il senso della vita?”, oggi mi sembra di rispondere a questa domanda con una sola parola: vivere. Ci sono dei giorni in cui, davvero basta un niente per farti apprezzare di esserci: un “grazie” inaspettato, la bellezza di un cielo senza nuvole, la libertà di un pomeriggio lontano dal lavoro, una coccinella che ti si posa sulla mano, il ronzio delle api subito dopo pranzo, … si prova una sensazione indescrivibile, il cuore si apre e ci si sente un po’ creatori del mondo.. anche se, talvolta tale sensazione è accompagnata dall’impressione di essere in una sorta di un equilibrio instabile: avverto la minaccia che tutta questa gioia possa finire da un momento all’altro. Di certo, non ho la pretesa di essere la prima a dire queste cose,

ma questo è quello che penso, per davvero.

 
 
 

DOPO TANTO TEMPO...

Post n°6 pubblicato il 10 Marzo 2008 da lady_math
Foto di lady_math

Dopo tanto tempo.. eccomi di nuovo a far capolino da questa finestra verso il mondo! oggi giornata nera.. nonostante la primavera sia alle porte. In giorni come questi è difficile entusiasmarsi della vita.. talvolta, è molto più semplice: basta lasciar passare una donnina sulle strisce e la sua manina che ti ringrazia ti apre il cuore, basta vedere il sole che illumina, ancora pallido, la vallata di Assisi, mentre come formiche, lungo la E45 ci incamminiamo verso il lavoro, basta il ritornello di una canzone alla radio, basta il saluto del cane quando ti alzi.. talvolta basta veramente poco per rendersi conto di quanto sia bello essere vivi.. talvolta, però, sembra che non ci sia più niente. In maniera istantanea tutto e niente si alternano in una continua danza. Ora il cuore aperto, ora chiuso con una chiave buttata in fondo allo stagno, Parole ovvie, pura e vecchia retorica, ma tanto vere!

 
 
 
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