Ofyp

Calcio e fosforo.


Nonostante sia stato un “ultras” e sia ancora un tifoso, magari non sfegatato, nonostante abbia tatuati a pelle i colori della mia squadra del cuore, nonostante sia stato un buon giocatore e che ancora corra sui campi in campionati ufficiali, parlo raramente di calcio. Anzi, non ne parlo mai. Forse perché il suddetto sport non mi regala più le emozioni di una volta e, se una cosa non mi smuove, non ne scrivo. Sabato sera, disgustato dai primi minuti di Roma-Juventus ho portato la mia attenzione sul derby di Spagna. A Madrid, i “galacticos”, che tanto galattici non sono più, ospitavano i catalani del Barcellona. Si, è proprio di lui che vado a parlare, dell’essenza pura del calcio, tal Ronaldinho. Ogni volta che lo vedo giocare è un tuffo al cuore. Tecnica, intelligenza, genialità. E’ un po’ il Daron Malakian del calcio (ma Hypnotize sarà un altro post). Fa tutto e lo fa bene. La confidenza con il pallone va al di là dell’amore. Ogni sui tocco è come quello di dita su pelle di donna, ogni sua azione un amplesso, ogni suo gol un orgasmo. In un momento dove questo benedetto e maledetto sport, che divide animi e coppie, è allo sbando, fa piacere vedere giocatori del genere. Perché il calcio, ogni tanto, è ancora magia.