Ofyp

Intagli


Ci sono sensazioni che intagliano i sensi. Ci si appiccicano sopra, li tatuano quasi. Rimangono lì, quasi in stand by, per essere liberate al primo ricordo. Come il gusto di quelle due albicocche rubate da una credenza il giorno che ho fatto sesso per la prima volta, per addolcire un momento scialbo, ad offuscare il ricordo di un istante che non è mai memorabile come lo s’immagina. Come il profumo del muschio bianco legato a profondi occhi castani, o quello della vaniglia appoggiato accanto ad occhi verdi e profondi, piccoli cristalli in cui morire, come insetti intrappolati nell’ambra. Come l’immagine, ormai sbiadita, di un ragazzo magro da far impressione abbracciato alla donna più bella del mondo, in quel momento e per sempre, per lui. Come la sensazione forte dei tuoi denti, mentre mi mordevi la mano, io che ti dicevo “godi piano che ci sentono”, e ridevamo mentre facevamo l’amore, e facevamo l’amore perché ridevamo. E i tuoi sospiri che mi entravano dentro mentre io mi addentravo a cercare e regalare brividi. Perché certe cose sono appiccicate  sulle pareti del cervello, ed è bello averle lì, sapere che è possibile “rompere il vetro in caso di necessità”.