oliviaspaghetti

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è mentre prepara, con consueta premura, il caffè, appena sveglia in questa mattina piovosa di una giornata di festa appena sancita, che l'euforia e il trasporto patriottico dei giorni passati , in lei, non ci sono più. Nonostante quest'evidenza, lei non sembra affatto preoccupata e con mani sicure avvita piano la moka sorridendo al suono della radio che non fa altro che parlare dei festeggiamenti che, nonostante l'incessante cadere della pioggia,stanno coinvolgendo in queste poche ore il suo paese, tutto intero. Mostre, istallazioni, proiezioni, concorsi, ricorsi, spettacoli, picnic e qualunque altra esternazione di giubilo e riconoscenza per celebrare questi 150 anni. Lei ha appena appoggiato la moka sul fornello e, mentre aspetta che il caffè "venga sù", si sofferma davanti allo specchio del bagno: "150 anni" spiccica il riflesso delle sue labbra rosa, poi pensa fra sé: " sembrano così tanti e così pochi insieme, me li sento tutti addosso, uno per uno, tutti miei. Anche quelli prima di me". Lei che fino all'altro ieri sembrava voler emigrare da un momento all'altro.La speaker della radio continua concitata a blaterare: ".. diteci cosa vi piace di questo paese!.." per poi lasciare spazio al primo telegiornale della giornata, che presumibilmente sarà identico all'ultimo; oggi non è successo nulla, va tutto bene, si continua a parlare della festa, del capo di stato che rende omaggio, delle dichiarazioni illustri, delle sentite testimonianze e, visto che ci siamo, dei piatti della tradizione regionale. Il borbottare profumato della moka l' accompagna fuori dal bagno, verso la cucina e lei abbassa la fiamma soffermandosi su un dubbio latente: "Che si tratti dell'ennesimo stratagemma per distrarre un paese intero dai suoi problemi, autocompiacendolo? Così che, mentre tutti festeggiano compulsivamente l'unità sotto sotto i soliti pochi tramano indisturbati la disfatta che divide."".. Stringiamci a coorte. Siam pronti alla morte...." declama la solita stazione radiofonica, a cantare è un qualunque concorrente del solito reality musicale. Lei, con la tazzina in pugno, il sorriso antico sulla faccia giovane, scosta la tenda: continua a piovere, anche sui drappi tricolori appesi alle finestre. No, l'euforia e il trasporto patriottico dei giorni passati , in lei, non ci sono mai stati perché sia prima che dopo quel giorno il loro posto era già preso dalla consapevolezza di esserci, lì. Olivia