Da sempre ne subisco l'affascinante timore e, mentre stringo la borsa sottobraccio, inevitabile retaggio di una borghesia che nemmeno m'appartiene, cerco di seguirli discreta per carpirne uno sguardo, una parola, un gesto, ma non c'è nulla da fare: non c'è discrezione che tenga, la mia puzza di 'prigioniera' le raggiunge prima del mio passo silenzioso. M'accontento di osservarle da fuori, come un pescatore davanti a un vetro d'acquario, incastrata su un sedile di un treno in ritardo piuttosto pieno a parte quello scompartimento. Sono tre donne, quella accanto a me cerca di dormire ma il bambino che ha in braccio la sveglia in continuazione sgambettando e protestando senza piangere, lo mette per terra tenendolo appena per mano; il suo smalto fucsia si è consumato insieme alle unghie, il bambino è scalzo, ha dei boccoli biondi e il viso sporco di tutto, è vivo e non ha tempo per 'fare la nanna': così, mentre quella davanti a me guarda imperterrita fuori dal finestrino mangiando un pezzo di pane, prende una scarpa da uomo dentro alla sporta di plastica celeste piena di vestiti raccolti chissà dove e cerca di mettersela, la donna sorride ma non lo aiuta mentre lo guarda un'altra volta cadere su se stesso senza darsi per vinto.
nel Clan della libertà (per un attimo)
Da sempre ne subisco l'affascinante timore e, mentre stringo la borsa sottobraccio, inevitabile retaggio di una borghesia che nemmeno m'appartiene, cerco di seguirli discreta per carpirne uno sguardo, una parola, un gesto, ma non c'è nulla da fare: non c'è discrezione che tenga, la mia puzza di 'prigioniera' le raggiunge prima del mio passo silenzioso. M'accontento di osservarle da fuori, come un pescatore davanti a un vetro d'acquario, incastrata su un sedile di un treno in ritardo piuttosto pieno a parte quello scompartimento. Sono tre donne, quella accanto a me cerca di dormire ma il bambino che ha in braccio la sveglia in continuazione sgambettando e protestando senza piangere, lo mette per terra tenendolo appena per mano; il suo smalto fucsia si è consumato insieme alle unghie, il bambino è scalzo, ha dei boccoli biondi e il viso sporco di tutto, è vivo e non ha tempo per 'fare la nanna': così, mentre quella davanti a me guarda imperterrita fuori dal finestrino mangiando un pezzo di pane, prende una scarpa da uomo dentro alla sporta di plastica celeste piena di vestiti raccolti chissà dove e cerca di mettersela, la donna sorride ma non lo aiuta mentre lo guarda un'altra volta cadere su se stesso senza darsi per vinto.