Oltre Santiago

(dalla) post fazione


Non è stato facile, per nulla facile, decidere di pubblicare questo libro. Ancor prima di proporlo, peraltro in maniera molto disincantata e senza troppe speranze, mi sono chiesto se e quanto fosse giusto mettere in piazza, rendere pubbliche, quelle che sono state emozioni intime e private. Mi sono confrontato, ho voluto ricercare condivisione. Con tanti amici, con altri con cui avevo camminato insieme in quei ventisette giorni, ma soprattutto con la persona a cui il ricordo della mia sofferenza di allora, avrebbe potuto causare sofferenza attuale. Le sue parole le conserverò gelosamente nel cuore.Non sono uno scrittore, non ritengo di esserlo. Mi piace pensare di essere semplicemente un traduttore di emozioni. Non riesco a scrivere in ogni momento, il foglio perde il suo candore bianco solo quando, improvvisamente e senza avvertimento, avverto la necessità di tradurre in parole quel che ho dentro