.Ombrascura.........

Post N° 106


Ed è una sfida quella che tu stesso ti imponi di vincere, oggi come ieri, ora che da grande affronti questa impresa munito di tutta l' attrezzatura necessaria, come allora che di attrezzatura non ne avevi, e ti avvicinavi a lei, spaventato e sottovoce gli sussurravi di esser brava, di non farti del male, di non farti scivolare giù nel baratro che da dietro veniva a crearsi......E' forte sensazione, ma davvero non diversa da allora, arrampicare è per me liberazione, ma nel contempo attimo di riflessione, sei tu, solo, e non puoi far altro che pensare a lei, alla roccia!.Il movimento è naturale, perchè richiamato dall' istinto, la presa sugli appigli calma e forte e gli appoggi trovati scelti con cura per la spinta.Ricordo da piccolo, quando si scalava con le scarpe da tennis, quanto fosse difficile trovare appoggi adeguati, appoggi forti, avevi sempre paura di scivolare, ora, invece, con le scarpette è tutta un' altra cosa, ne senti la morsa al piede, perchè esse devono essere molto strette per far i che tu senta l' appoggio.2 giorni fa ero li, ci  ho portato due amiche che volevano provare, tutti i movimenti richiamati a me, l' imbrago, la corda, i rinvii ed i consigli, gli stessi che a suo tempo erano stati dati a me, e la stessa paura, lo stesso timore reverenziale per la parete era quella che io leggevo nei loro occhi, la stessa che provavo e provo io ogni qualvolta mi avvicino ad Essa.Ho fatto sicura, nel senso che da sotto garantivo la loro incolumità tenendo la corda, imbrago, moschettone, nodo alla corda di tenuta e passaggio della stessa sul mio discensore....tutto meccanico. Abbiamo iniziato, la corda in tensione civolava tra le mie dita ed io estasiato ne sentivo l' intensità dello sforzo, distratto dai ricordi che inebriavano la mia testa, il mio passato, il mio presente, quella parete per così tante volte ha significato per me salvezza, tranquillità, antistress ed in quella stessa parete, quella che ora veniva calcata da queste due persone, era stata il mio antistress, la mia isola di pace.Nel fratempo salivano, arrampicandosi sul tiro denominato "c' est plus facile" e si avvicinavano alla catena, la catenaper chi arrampica è tutto, è la sicurezza, l' arrivo, il risultato, l' attesa, il sogno, il delirio di onnipotenza che per un attimo hai sulla roccia,la vittoria su te stesso che subito dopo, in un altro tiro viee sostituita dal timore reverenziale che invece devi sempre avere in te quando fai queste cose.E lo sguardo, che è lo sguardo di tanti quando dopo una salita ricca di sforzi, in un equilibrio precario e con la paura che hai di cadere, tu ti slanci, con le dita tese, a toccarla e quel freddo metallico si impadronisce di te per contatto dalle falangi passa al polso che di conseguenza lo distribuisce all' avambraccio e così via fino al cervell, al cuore.Ti guardi intorno, la soddisfazione si impadronisce di te e già ti prepari per la discesa e la paura che hai di lasciare il tuo corpo in balia della gravitazione......gambe dritte e giù nel baratro, saltellando o camminando, questo dipende poi dai gusti, per porre fine a quell' estasi, in attesa che tu possa conquistare un altro tiro, un' altra catena, un altra vetta.Poi ne è seguito il mio turo, avevo a farmi sicura una ragazza che non lo avea mai fatto, quindi non potevo commettere errori, perchè non sapevo se mi avrebbe tenuto, è stato un po' come salire senza corda, una bella sensazione...................mi avvicino alla roccia, percependone la forza, socchiudo gli occhi , la tocco per far si che lei entri in me, le mani nella sacchetta della magnesite, a sento tra le dita soffice , e non appena fuori da essa le vedo così come ormai da tempo non ero abituato a vederle, bianche Stessi movimenti, stessa tranquillitàMia premra è controllare le scarpette, e far si che le loro punte siano anc' esse cosparse di magnesite, per meglio avere aderenza sull' imponente massa che mi sovrasta.Mi preparo avedo cura di non sporcare le scarpette.Poggio i palmi cercando degli appigli e trovandoli, in essi metto le dita, ne sento il loro spasimo, il loro sforzo, il mio corpo abbandona la terra, innalzandosi verso la catena...i  muscoli tesi, i tendini allungati, un appoggio ed infilo la scarpetta, meccanico e fluido il movimento si impadronisce di me, e passo dopo passo il mio corpo compie il suo dovee, ma non ne ho ricordo, perchè è l' istinto che mi guida.La tocco e mi ritrovo, ancora come ieri, con la stessa intensità, con la stessa qualità........