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EDDIE VEDDER- IN TO THE WILD- LONG NIGHTS

 

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Scorribande

Post n°119 pubblicato il 02 Ottobre 2008 da ombrascura78
 

......forze e sensazioni che spingono le mie dita a pigiare questi tasti con forza e determinazione, una voce che sento forte fin nel cuore ma che non riesco ad interpretare........parla una lingua da me sconosciuta.
OH ma quanto sono complicato!!!!!!.
Esprimo ora, in questo momento tutto il mio più pieno dolore, accartocciandomi sul mio piccolo e deforme involucro, passo dal sentirmi Re al sentirmi nullità con la velocità che possiedono le particelle di un atomo.
In me cresce sensazione triste, angosciante, non so che mi prenda, scrivo solo per cercare di non pensare e sostituire i pensieri con quel che il mio cuore urla quel e che la mia testa vuole ignorare cercando di non ascoltare.Vorrei correre a perdifiato nei prati come facevo da bambino, saltare e dondolare tra un ramo e l' altro, donandomi all' aria come semplice particella di essa e non come corpo, come massa voluminosa incapace di perdersi nello spazio, nel presente.
Correre senza penseri, saltando più in alto che mai, con i pantaloni rotti le gambe graffiate dai rami e dai cespugli e le ginocchia sbucciate dallle cadute...gambe esili e veloci, pronte! scattanti!.
Carnagione chiara che al sole si scotta, scarpe rotte e pantaloncini macchiati dagli anni, dagli inseguimenti....fango sulle scarpe, fiatone e sorriso, denti bianchi al sole, viso rivolto verso l' alto e spensieratezza al livello massimo, correre a perdifiato senza guardare dove si mettono i piedi, in territori che conosci a memoria, perchè quei sentieri li hai consumati,tanto li hai percorsi; li ci hai consumato l'infanzia......è li che sei a casa....nei prati, disteso al sole, braccia allargate e scarpe ormai divelte dopo la lunga corsa , sdraiato, ridente di sciocchezza e felice di semplicità, quando tutto è nulla, e quando il nulla è tutto, quando la semplicità ti appartiene e tu non hai bisogno di condividere per essere felice perché nella tua infanzia la felicità non sta nel condividere ma solo nel vivere la tua semplicità.
Dunque vivi correndo a perdifiato, senza complicazioni......con le tue scarpe rotte, i tuoi sogni chiusi e stretti in mano e tendi verso il tuo orizzonte che piano piano sfuma nella sera....e corri, corri, corri perchè energia ne hai e ne hai tanta da non vederne mai la fine, non sai da dove ne attingi, ma è una carica che ti prende da dentro impossessandosi del tuo corpo e muovendolo a suo piacimento...tu corri muovendo come un automa i tuoi arti, seguendo movimenti naturali, equilibrando il tuo corpo, ora per il balzo ed ora per l' allungo, ora freni per la discesa, contraendo i tuoi muscoli, facendo loro pieno affidamento, spostando il tuo corpo indietro, sempre pronto e teso e senti i polpacci diventar duri, li senti sostenere il peso del tuo corpo. Una danza naturale che ti appartiene ma che tu non conosci, movimenti atavici che vanno oltre, istinto e naturalezza persi in te, allo stato brado, che ti corrono dentro.........così....semplici ti corrono al fianco, ti percorrono.....persi....fusi......nell' aria che ti circonda e come un pulviscolo salti perdendoti ed inebriandoti..... sussurrando il tuo nome .....per l' ultima volta......piano........tu.......voli................sparendo!!!!!.E poi, gridando la tua nullità, urlando a perdifiato il tuo essere piccolo di fronte a tutto ciò ti sentirai ancor più leggero, e griderai che hai voglia di crescere e di contare!!!....e ancora urlerai che diverrai grande, un grande uomo!!!....che conterai, ignorando il fatto che , da grande, vorrai solo tornare indietro......e tornare piccolo prima, e particella poi, e vorrai tornare a sussurrare quel nome..........il tuo nome......libero nell' aria, come un pulviscolo, perche dalla vita sei stato schiacciato, perchè la vita fino ad ora ha vinto...
E ti ritrovi al solito col pc sulle ginocchia, la domenica sera, occhi lucidi ed in gola un certo amaro che fa di te individuo sconsolato, tempio sconsacrato di una giovinezza piena di preghiere, in ricordo di quella giovinezza, preghiere che inneggiavano alla tua forza alla tua invincibilità, preghiere urlate, innalzate a tuo nome ed in tuo onore, in onore di quel corpo invincibile e scattante........Sensazioni che ti affliggono alcune volte, vero, ma che vale la pena riuscire a fermare, riuscire a descrivere, che vale la pena di raccontare, anche se raccontare è un eufemismo visto che è meglio dire "di percorrere" perché di questo si tratta....segui le tue dita che pigiano di pensieri sconnessi e sgrammaticati e tu stesso fai fatica a star dietro loro perché esseri animati per proprio conto....dunque racconti,si; ma più che raccontare sei spettatore non pagante di questo sempre più familiare avvenimento...
E ti cola il sangue giù dalle ginocchia giovani, e tu lo senti colare, lento secondo percorsi sconosciuti, cade....come lacrime calde che accarezzano il viso, il ciuffo di capelli leggero da una parte e le lentiggini che riflettono lo splendore del sole...........capelli lisci si lasciano andare al vento perdendosi in esso, perché tu sei creatura vivente, e alla vita appartieni, senza false maschere, senza che nessuno si aspetti nulla da te, senza limitazioni, esaltato nel tuo delirio di onnipotenza che silente e tacito ti accompagna nella corsa, ansimi, respiri, urli la tua forza direttamente dai muscoli inebriati dallo sforzo, busto eretto, legamenti ora tesi ora rilassati in un moto perpetuo....organizzazione perfetta e naturale perché il tuo corpo non chiede altro, tendi verso l' infinito anche se l' infinito non sai cosa sia........sangue caldo massaggia le tue caviglie, rosso, scarlatto.......ti accarezza e ristagna così come ora accarezzano e ristagnano in me quei ricordi........e d' un tratto...poi.....
.....mestizia,tristezza e ancora, malinconia, infelicità...tutto ti appartiene, ne sei fomentato e rapito........sconforto, scontentezza, disperazione..........e poi........versi sangue dal cuore, come tizzoni ardenti le gocce colano verso i tuoi piedi ed al loro contatto ti ustioni ricordandone ancora il dolore, portandotelo dentro.....angoscia, signora amarezza, dispiacere, malumore, abbattimento e poi.......Sora depressione e la gemella delusione, disincanto e disillusione, avvilimento ed afflizione.....costernazione...........e poi infine papà, papà DOLORE arriva, ti stringe la mano e ti porta via con se....... convulsioni di sgomento che scuotono il tuo corpo, il tuo petto si alza incontrollato e un dolore immenso ti rapisce, prende pieno possesso di te con tale intensità da farti quasi impazzire, conati di tristezza si fanno largo attraverso te, pervadendoti fin dentro l' animo,sconvolgendoti, sconquassandoti............tremiti, singhiozzi e poi spasmi di atroci e nel contempo dolci ricordi.
E' una ferita aperta che non si rimargina e ricordare ti spacca in due, ti senti come un albero fermo, piantato al suo dolce e vitale terreno che vede tutto ed immobile, triste, si appresta a morire, sentirsi aprire dall' ascia del boscaiolo di turno....senti un dolore immenso e ti contorci cercando la fuga, ma non puoi, il dolore immenso, solo quello è certezza, tanto immenso, tanto grande da portarti quasi a svenire, la tua pelle si lacera sotto quella lama così affilata, la senti aprire ed i lembi si scostano l' un l' altro, allontanandosi per sempre...... le ossa scricchiolano e tu senti il freddo del metallo che ti entra nella pelle.Tutto si frantuma al suo passare e ti accasci seguendo il percorso di quell' attrezzo così violento.....convulsioni e spasmi, forze sconosciute muovono il tuo corpo dilaniato...e con le ultime immagini negli occhi ,fissi, perdendoti nell' oblio, una piccola immagine.....piccola e sbiadita immagine di una vita vissuta e già finita......sangue caldo sul viso, lacrime e distruzione.

 
Rispondi al commento:
ombrascura78
ombrascura78 il 17/11/08 alle 18:02 via WEB
mmmm spe che rimedio!!!!parla lei che sparita per un secolo!!!! (Ma SENTILA!!!!!!!)^_^
 
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                                                                                  ...e mi innalzo, mi elevo affiimmaginenchè le mie emozioni siano portate al limite, mi tendo ascoltando ciò che il mio corpo mi sta dicendo.

Mi libro nell' aria maestosa e fiera controllando il mondo mi spingo al limite, estasiata e sicura, avanzo sentendo mie le correnti.........io sono aquila padrona del cielo, qui vivo io, ascoltando il vento e sorridendo al sole che mi da vita.

 
 

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