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Io e Me

C'è un'ape che si posa su un bocciolo di rosa: lo succhia e se ne va... Tutto sommato, la felicità è una piccola cosa. Trilussa

 

 

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Profezia di una Curandera

Post n°181 pubblicato il 23 Gennaio 2008 da xorange2000x
 

Sto leggendo questo libro e lo definirei illuminante.

Dopo aver conosciuto Bijan ho avuto un momento di sbandamento: mi sembrava che desse tanta importanza alle donne. Oddio non che lo ritenessi un folle per questo anzi, ma mi sembrava che desse ne desse tanta. Pone le donne come centro dell'universo, quasi come entità suprema. Mi piaceva come modo di vedere le cose, ma mi era sembrata un po' esagerata, addirittura per certi versi forzata.

Leggendo questo libro invece... mi accorgo che Bijan non è l'unico e che esiste un'intera popolazione, la popolazione Andina, che crede nelle stesse cose. Che crede che la donna sia nata anche per educare l'uomo. Educarlo all'amore e insegnargli a porsi in maniera diversa nei suoi confronti. E la donna impara ad essere un sostegno per l'uomo, impara a non essere una palla al piede ma un punto di forza. La donna impara a non dipendere emotivamente dall'uomo e impara ad essere un tutt'uno con se stessa. Ci sono molte belle frasi, sarebbe da copiarne una ogni 4 a dir la verità, ma sono belle quando le si legge un paio di volte, si cerca di render proprio il concetto e si fantastica su quanto bello sarebbe essere come descritto nel libro.

Già la prefazione è diversa dalle solite: il libro è scritto da un uomo che subito dubita di se stesso come scrittore, come narratore di questa storia, semplicemente per il fatto che sono le donne che, appunto, insegnano. Poi però afferma che le donne insegnano ma gli uomini sono alunni e lui, in quanto alunno, cerca di portare questa fantastica storia a tutti.

La storia comincia con questa ragazza, Kantu, che viene sfiorata da un fulmine. Sulle Ande, in Perù, si dice che se una donna viene sfiorata da un fulmine, riceva un dono: può diventare curandera, una sorta di guaritrice, di maga. E questo perchè si mette in diretta comunicazione con la Terra. Kantu poi si innamora follemente di un uomo e, non ricambiata, decide di capire il perchè di questo. Ciò la porta a cercare delle risposte e a seguire l'apprendistato di curandera, per armonizzarsi con la natura, per capire come evolversi.

Che dire. E' veramente un bel libro, l'autostima ne trae vantaggio e volendo si può anche imparare qualcosa. La cosa che mi piace un po' meno è che praticamente sembra che tutto ruoti intorno a noi, che noi donne possiamo decidere come e quando far evolvere una storia e un uomo. Quasi uno scaricare dalle responsabilità l'uomo stesso. C'è una motivazione per questo, la ripete più volte, ma lo stesso mi fa un po' specie questa cosa.

 
 
 
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