Io e Me
C'è un'ape che si posa su un bocciolo di rosa: lo succhia e se ne va... Tutto sommato, la felicità è una piccola cosa. Trilussa
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Luci e ombre
Post n°193 pubblicato il 16 Marzo 2008 da xorange2000x
L’altra sera mi è stata detta una bella frase in piscina: “Oh che bello, un po’ di felicità”. Il commento arrivava da un ragazzo che ogni tanto viene a fare nuoto libero. Gli ho chiesto il motivo di tale affermazione e mi ha detto che sono quella che sorride di più. E lì mi sono messa a pensare a quello che pensavo 10 anni fa e che ancora tutt’ora penso: se fai un lavoro a contatto con il pubblico, puoi anche aver appena messo la parola FINE ad una intensa e appassionata storia d’amore, ma sei lì per sorridere quindi ti stampi sto sorriso, che può magari anche essere finto, e via. Anzi, a tutti coloro che soffrono come cani suggerirei di trovarsi un lavoro a contatto con la gente: a forza di sorridere, e di dire a tutti di star bene alla fine ti autoconvinci e stai bene sul serio. O comunque cominci a pensare che non stai poi così male. E il sorriso da finto diventa un mezzo sorriso vero. E poco alla volta ti rendi conto che ti vien quasi naturale sorridere, che alla fine non ti costa poi così tanto. Questa riflessione m’era venuta, pensa un po’, alla veneranda età di 17 anni quando facevo l’animatrice ACR e pensavo che ai bambini che venivano lì al sabato gliene fregava nulla se avevo litigato con mia mamma o con il moroso, loro erano venuti lì per fare il cartellone, piuttosto che giocare e volevano trovare una faccia sorridente non il muso lungo. Ho imparato quindi a metter sto sorriso, che potrebbe sembrar di facciata ma che poi mette quasi di buonumore anche me. Quasi quasi ci credo anch’io quando mi chiedono come va e io rispondo convinta “Bene!”, mi autoconvinco a mano a mano che lo dico, quasi fosse un mantra. E da qui quindi il dilemma: dove finisce la falsità nel sorriso o nello sguardo e dove parte la verità: francamente non lo so, devo ancora capirlo. A volte mi trovo alla sera, stanca di sorridere, stanca di dire che sto bene. A volte avrei voglia che una persona si prendesse del tempo e mi ascoltasse veramente. È una cosa sempre più rara sfortunatamente: mi capita spesso di ascoltare persone al telefono per poi accorgermi, mentre sto parlando, che stanno annuendo, che non ascoltano, che sentono quello che dico, ma non ascoltano. Lì per lì mi vien su un po’ di nervoso perché penso perché io sono così polla da ascoltar tutti e non trovo il cane che m’ascolta… ma vabbè non è questo il punto… il discorso è che non so dove cominci l’autoconvincimento e dove invece cominci lo star effettivamente bene. Perché poi se stai effettivamente bene non ti dovrebbero venire momenti di scoramento, dovresti essere sempre più o meno serena. O no? Quindi vuol dire che sto cercando di convincermi di star bene? Sono forse una psicotica (mi rendo conto che è la seconda volta in una settimana che uso questo aggettivo… preoccupante direi)? Bah, a questo punto mi sto incartando da sola con i pensieri e le riflessioni… dico solo che… forse a sorridere e a convincersi di star bene… magari un po’ meglio si sta… |
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