Io e Me

Decidere o non decidere...


Essere o non essere. Volere e potere. Donne e motori…  Ci sono un’infinità di binomi, ci sono, tra questi, dei luoghi comuni, ci sono, tra questi, modi per esorcizzare altre piccole paure… altri sono… gran bel tempo da perdere. Decidere o non decidere… eh sì, ascoltando una delle ultime canzoni dei Maroon 5 mi è sorto sto dubbio in testa. Possiamo noi veramente decidere? O si decide solo quando si è stabili e razionali? Siamo sempre in grado di riconoscere un buona decisione da una meno buona? Siamo realmente in grado di capire quando una decisione va presa? E poi… è realmente tempo di prenderla quella decisione? Ebbene sì, sto pippone da una semplice canzone dei Maroon 5… pensa n’attimo se avessi ascoltato De Andrè cosa mi succedeva. Questa canzone, dice  “I wont go home without you”:“io non voglio andare a casa senza di te”. Lui decide che non vuole andare a casa senza la sua donna. Decide di lottare per la sua donna, decide di tenerci alla sua donna. E mi è venuto da sorridere. Non tanto perché lui prenda questa decisione senza magari pensare se eventualmente sta donna vuole veramente tornare a casa con lui. A sta donna che invece magari preferiva andare a mangiar una pizza con le amiche, che magari aveva un bel libro di Harry Potter (ogni riferimento è puramente casuale) che l’aspettava sul comodino a fianco al lettone con il piumone. No, non è stato questo che mi ha colpito. Mi ha colpito la decisione con cui lo dice. Io non voglio dice. Io ho deciso di non voler che. Questo è quello che dice. Senza troppi giri di parole, senza troppe paranoie per la testa. Io ho deciso che questo è e che questo si farà. Oddio… così suona un po’ autoritario, ma il senso è quello. Non lo dice in tono autoritario. Non lo dice come uomo-padrone: o si fa così o si fa così. Lo dice con tono malinconico, con il tono dei vecchi poeti che ci hanno fatto studiare alle medie, ma meno da sfigati, perché il cantante è anche un bel pezzo di ragazzo. Se l’avesse scritta una donna? Magari una donna che ha il suo bel vissuto di storie andate a rotoli? Non avrebbe scritto “non voglio andare a casa senza di te” avrebbe scritto… “ciao, come stai? Oddio come ti dona quel maglioncino? Ma lo sai che ti fa gli occhi più belli? Bè ma… hai progetti per il prossimo Capodanno? No, io penso di stare a casa quest’anno, sai voglio riflettere. Che poi sai, non si sa mai come abbinare gli orecchini alle calze, e se sbagli l’abbinamento al primo dell’anno lo sbagli per tutto l’anno… bè senti… mi chiedevo… se per caso, se non ti è disturbo se ti piacerebbe nell’eventualità, magari passare per caso per casa mia. Ma giusto così. Mi si è rotto il tubo della lavatrice e ho pensato a te…” Ma forse non è tanto una questione di donne o di uomini, tanto di botte in testa date o ricevute. Di passare oltre o rimaner un attimo invischiati in certi automatismi. Quello che lui decide è di star bene. E fa di tutto per farlo. A costo di apparire ridicolo. E gli altri? Stanno con il proprio compagno/la propria compagna nonostante sia un emerito/un’emerita cozza e/o idiota, continuano a starci dopo tradimenti, dopo ripicche, sopportando certe sofferenze che a confronto le sette fatiche di Ercole son na passeggiata sugli argini. E dopo tutto questo… eh ma… se non ci fosse lei/lui… non so come farei…