Pensierieparole

Lo zio Vasco


Mio Zio Vasco era davvero un personaggio. Prima di tutto era livornese e questo gli dava senz’altro una marcia in più. Era come si dice dalle sue parti “una vera macchietta”. Alto, con una corporatura robusta ma non grasso e con un naso davvero importante per il quale si prendeva in giro da solo. Era sempre allegro, sempre disponibile. Qualsiasi evento tragico della vita, raccontato da lui perdeva i toni della tragedia e si trasformava. Riusciva a farci ridere di cose che generalmente non fanno ridere affatto. Aveva due grandi passioni : giocare a boccette al bar e pescare. La sua prima passione si consumava quotidianamente al bar di Mario in Via Funaioli a Livorno. Me lo ricordo bene quel bar fumoso e mi ricordo anche quando mi insegnò a giocare a biliardo dimostrando una pazienza davvero esemplare. Ero emozionata perché tutti i suoi amici avevano smesso di giocare a briscola e  circondato il biliardo facendo il tifo per me.Quando azzeccavo un tiro, lui si  guardava intorno e con fare orgoglioso diceva “ Deh è la mi nipote!”La sua seconda passione, invece, era una cosa molto più seria. Partiva la mattina all’alba dal Moletto con la barca e tornava all’imbrunire. Ricordo la preparazione della canne e dei bolentini che avveniva la sera prima generalmente in giardino. Si metteva seduto sullo scalino di casa e passava ore ed ore a sbrogliare metri di lenza, a mettere galleggianti e piombi, ad oliare mulinelli. Lo guardavo incantata e come sempre gli chiedevo di portarmi con lui. Mi sorrideva e mi spiegava che per quella  volta non era possibile ma che presto mi ci  avrebbe portato , ero troppo piccola.In effetti di passione ne aveva anche un’altra ed io da bambina era quella che adoravo di più, era il genio della barzelletta. Ne aveva sempre una per ogni occasione. Un repertorio da fare invidia ai migliori comici del mondo. A volte ho avuto anche il sospetto che se le inventasse al  momento.Alcune delle sue più riuscite ancora me le ricordo e ogni tanto mi capita di raccontarle ma non sono la stessa cosa, manca la sua faccia, la sua mimica, perdono di sapore e diventano insignificanti.Però tutte le volte che prendo un aereo visto che volare non è uno dei miei sport preferiti mi viene in mente che cosa rispose lui ai suoi famosi amici del bar quando doveva partire per l’America per andare a trovare il figlio. Uno di loro, forse proprio Mario, il proprietario gli chiese “ Ma ci vai in aereo ? E se casca? “ e mio zio lo guardò con la faccia seria e gli rispose “ Deh, tanto non è mica mio!”