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Lavoro call center Atesia CGIL

Post n°4 pubblicato il 02 Marzo 2008 da orolab76
 
Tag: Lavoro

Ciao, mi presento sono Andrea e sono tra i protagonisti del documentario girato da Ascanio Celestini sul call center di Atesia "Parole sante". Trovo incredibile che la CGIL chieda il contratto subordinato per le outbound. Da esperienza personale, vi posso dire che i sindacati confederali, ci hanno messo solo i bastoni fra le ruote, firmando contratti illegali con la proprietà, difendendoli e campando scuse sulla concorrenza.
Leggendo l'aritocolo mi viene solo da sorridere, come possa muoversi la CGIL per prendere il merito di un movimento nato dai lavoratori. PAUAH

date un'occhio a www.precariatesia.altervista.org


Be leggo un'articolo di Zeusnews - fonte

Ci vorrebbe una sorta di seconda circolare Damiano che ampli
l'attuale normativa, obbligando i call center ad assumere con contratto
di lavoro non più a progetto ma solo subordinato: questa è la richiesta
lanciata dalla conferenza nazionale della Cgil per i call center in
appalto, tenutasi a Torino il 25 e 26 febbraio.

E' stato infatti il Ministro del lavoro Damiano, con una
circolare amministrativa nel 2006 (all'inizio dell'attività del governo
Prodi, ma era già nelle intenzioni del ministro Maroni del precedente
governo), a obbligare i maggiori call center italiani a trasformare più
di 20.000 posti di lavoro con contratto a progetto in contratti di
lavoro subordinato a tempo, che possono essere rinnovati per un numero
limitato di volte. Questo però era limitato agli operatori "inbound",
cioè quelli che ricevono le chiamate ai vari numeri verdi di assistenza
clienti.

Ora il sindacato Cgil delle telco Slc, sostenuto dalla stessa
casa madre, rivendica che lo stessa trasformazione da contratto a
progetto in contratto subordinato ci sia anche per gli operatori
"outbound", cioè quelli che, invece di riceverle, le chiamate le fanno.
Vale la pena di notare che spesso all'interno dello stesso call center
convivono inbound e outbound, e gli stessi operatori svolgono ambedue
le attività.

In pratica questo significherebbe la sparizione del contratto
di lavoro autonomo nei call center. Ma si tratta di una richiesta che
mette in collisione la Cgil e il nuovo corso del Pd, che vede in
sintonia Veltroni con il professor Ichino, sostenitore della legge
Biagi.


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