Per me...

Post N° 28


SCHENGEN E IL PESCE 
 Siete andati anche voi da qualche parte, in qualche trattoria oltreconfine, e vi siete vantati con gli amici di mangiare come lupi pesce, annaffiandolo magari di ottimo malvasia istriano e di pagare una “pipa di tabacco”????? Sto parlando di quello che rappresentava, per noi gente di confine, la Slovenia, chiamata fino a ieri “Jugo”, in barba a tutte le dichiarazioni di autodeterminazione. Di quella zona dove tutto sembrava permesso… soprattutto per gli studenti dell’ateneo più ad Est d’Italia come la sottoscritta (e non solo…). Sigarette a poco, alcool a poco, benzina a poco, ristoranti a poco, vacanze a poco, supermercati a poco, casinò ovunque… Bene, la notte del 21 dicembre scorso la Slovenia entra nell’accordo di Schenghen e vengono così abbattuti tutti i valici con il confine italiano… Nel senso che li hanno proprio smantellati fisicamente. Durante queste vacanze mi dico (come se ancora avessi bisogno di mangiare) “andiamoci, magari è l’ultimo anno che possiamo sfondarci di cibo a poco, andiamoci… in fondo ci andiamo sempre… e poi magari si può ancora fumare nei locali pubblici…” NON FATELO…  Ascoltate il consiglio… non cadete del tranello del “in fondo ci siamo sempre trovati bene”… è la volta che vi bastonano… Esattamente com’è successo alla sottoscritta e al suo gruppo di baldi amici… (che ai furlani nessuno li frega)… Si certo, come no… C’hanno fatto pelo e contropelo… un conto degno dell’Harry’s Bar… Peccato che fosse la solita bettola del pesce all’Epifania… “Eh… sapete com’è… E’ l’euro… Ah, a proposito, nel conto mancano i 5 euro dell’ultimo giro di caffè che avete chiesto…” biascica la signora da dietro il bancone sghignazzando…  E poi, quelle guardiole vuote e buie, le sbarre alzate al confine, nemmeno un anima intorno… solo neve e gelo… E un misero duty-free, in quella che era la terra di nessuno, tra la sbarra per uscire dall’Italia e quella per entrare in Slovenia, con delle luminarie natalizie fuori mai viste in Jugo… (che per noi quei popoli erano anche un po’ senzadio…). Insomma se la Jugo aveva un fascino era proprio il fatto che si andava “di là”, e di là tutto si poteva...  Ora è meglio restare di qua, che non c’è nemmeno più il divertimento di prendere per il culo i doganieri sloveni, con le loro divise (che chissà chi glieli aveva scelti i colori) e le loro facce ingrugnite… Che quando passavi mostrando il documento facevano giusto un cenno, alzavano forse un sopracciglio, come se fossero Dio in terra… ma se facevi solo una mossa sbagliata erano capaci di bloccarti al confine per tutto il giorno…  Beh... l’effetto euro, Schengen o qualsiasi altra ragione ma un fatto resta... io la Jugo la trovavo romanticamente retrò… e ora me l’hanno rovinata…    
 Nella foto il piazzale della Transalpina a Gorizia. Una piazza divisa dal confine.