Il mio tempo libero!

Dar voce a ciò che si ha dentro


Non cantare, non benedire, (e che importa se si è s-tonati!) è non volersi lasciare coinvolgere, è non voler dar voce a ciò che si ha dentro e la preghiera, l'invocazione, la supplica a Dio più che con le parole si rivolgono con il canto, con le urla, con le grida, perché pregare non è dire parole ma dar voce a ciò che abbiamo dentro, alle nostre emozioni, alla vita che c'è in noi e che vuole essere liberata.
Benedico ed elevo a Dio il mio grazie e il mio canto non perché sono cieco e non vedo tutto il male, l'ingiustizia, il sopruso che ci sono nel mondo e intorno a me (e a volte dentro di me), ma perché guardando alla bellezza che mi circonda pur in mezzo a tante crudeltà, guardando alla meraviglia in cui sono immerso pur in mezzo a tante cose incomprensibili, guardando alla bellezza della vita pur in mezzo alla sua parzialità ne scopro i lineamenti della totalità. Nouwen dice: "Non si costruiscono i conventi per risolvere i problemi ma per lodare Dio in mezzo ad essi". Lodare (dal greco aineo) vuol dire "assentire, approvare, dire di sì, essere contento". Lodo la vita non perché tutto sia roseo ma perché le dico di "sì", perché la accolgo così com'è, perché cerco di viverla per com'è, perché sento che ha un valore inestimabile, enorme.Dobbiamo sempre dif-fidare da chi non si sa stupire, da chi non si sa meravigliare, da chi non sa congiungere le proprie mani ed elevare canti all'Altissimo per tutto ciò che vive, perché uno così manca di sensibilità. Cioè: non sente il miracolo che gli è stato fatto. E se non senti il miracolo che ti è stato concesso non potrai percepire la preziosità di questa tua vita e rischierai di buttarla via, di venderla. Le persone credono che lodare sia sorridere ed essere sempre felici. Ma lodare non è sorridere sempre come gli stolti; lodare è dire di "sì" alla propria vita, sentire che c'è un progetto, una direzione, che c'è un motivo per cui le cose succedono, che non capitano per caso; che c'è un motivo per cui io ci sono.Lodare è rimanere fedeli a ciò che sì è: non rifiutarsi, non lasciarsi soli, dirsi di sì. Lodare è essere fedeli ad ogni sentimento, esprimerlo, cantarlo e dargli voce anche si tratta di grida, di urla di rabbia o di disperazione; lodare è essere fedeli allo stupore e all'incanto della vita e alla sua drammaticità. Lodare è sentire in te e rivolgerlo a Lui il grido del fratello che soffre, che è disperato, che nel silenzio urla contro una vita che non gli piace; è piangere e lasciare scorrere le proprie lacrime di fronte all'impotenza di non poter fare niente; è permettersi di commuoversi e lasciarsi riempire dalla felicità fino a scoppiare, fino a sentirsi così pieni e ricchi da urlare di felicità; è non decidere noi cosa è bene e cosa è male per la nostra vita, ma dirle di sì. Lodare è essere fedeli a Dio, dirgli di "sì" anche quando non capisco: e allora Gli esprimo la mia confusione e la mia disperazione, ma canto anche il mio essere nelle Sue mani e che tutto andrà bene. Lodare è essere fedeli a Dio che è Padre, che è buono, e mi impedisce di fossilizzarmi solo sul negativo, solo su ciò che non va bene, solo su ciò che è parziale, limitato o insufficiente; lodo perché vedo oltre, perché vedo che potrà essere anche se oggi non lo è (e a volte mai lo sarà su questa terra), lodo perché vedo con gli occhi del Creatore.Lodare è esserci "al cento per cento", sempre, in ogni momento, nei miei momenti migliori e nei miei momenti peggiori perché la vita è sempre vita in ogni istante, in ogni momento, in ogni parte, in ogni situazione.