Per LUNI...

Comune di Luni…avanti tutta…


Ho partecipato ieri sera alla riunione “Verso il Comune di Luni”  e devo dire che il titolo non era, a mio giudizio, molto stimolante e faceva presagire a qualche “distinguo-politico” che non sempre sono forieri di buone notizie. Ma il centinaio di persone presenti, a parte qualche intervento, mi ha restituito speranza. Avrei preferito semplicemente “Il Comune di Luni” in quanto sono, ormai, quasi trent’anni che ragioniamo per e  verso il Comune di Luni. Anni in cui abbiamo vissuto forti accelerazioni intellettuali e storiche, scomodando quasi sempre la “Città antica di Luni” e brusche frenate politiche, colpevolmente ancorate allo status-quo. Non voglio, riconoscendo i miei limiti, entrare nel merito delle vicende storiche potrei, senz’altro,  scrivere qualcosa di più sulle vicende politiche di questi anni che però spero e ritengo superate dalle attuali situazioni.Semplifico utilizzando quanto scritto in uno “studio” del 2011 che ragionando di “unione” e “fusione” di comuni cita il Comune di Luni con queste parole: “peculiari situazioni culturali e storiche è il caso, in Liguria, del costituendo “Comune di Luni” e ancora: “Al momento frazione di Ortonovo, in provincia di La Spezia, Luni ha origini antichissime (colonia romana, fu fondata nel 177 a.C. come avamposto militare). Il progetto di fusione, proposto nel mese di giugno di quest’anno, riguarda gli attuali due comuni di Ortonovo e Castelnuovo Magra (per un totale di 16.000 abitanti).Il nuovo (ma, per l’importanza storica rivestita, anche “vecchio”) Comune di Luni costituirebbe, allo stato, l’unico esempio in Liguria ed anche a livello nazionale di fusione con più di 6.000 abitanti.”Dagli anni ‘80 abbiamo visto passare tanta acqua sotto i nostri ponti, e in alcuni casi forse troppa. Riferimento non casuale, pensando al novembre scorso dove l’alluvione ha messo  in ginocchio prima di tutto i cittadini, che l'hanno subita, ma anche le già “abbastanza impegnate” casse comunali ortonovesi,  ma neppure artificiosamente “retorico” per confermare la necessità di andare velocemente alla “fusione” dove potremmo trovare, evitando di polemizzare con qualche intervento ascoltato ieri sera,  le risorse economiche ed umane da investire nella sistemazione e mantenimento del territorio soprattutto dal punto di vista della prevenzione e tutela del bacino idro-geologico, intervenendo per eliminare o lenire gli effetti delle piogge e degli alluvioni. Ho ascoltato riproporre la necessità di passare attraverso una maggiore “associazione” di servizi evocando  la legge 142/1990, nella sua formulazione originaria, al fine di evitare la conseguente perdita d’identità politico-istituzionale, sociale e culturale, della popolazione dei due Comuni. In questi anni però il semplice “associare servizi” così come l’ Unione di Comuni, dove realizzata nei fatti, ha mostrato grandi limiti nella sua generale funzione di governo su “area vasta” permettendo di mantenere ai singoli Comuni regole operative, costi e tariffe di servizio e imposte (IMU e addizionali) diverse fra loro e non ha quasi mai portato a forme di governo unitario nell’area di riferimento – in particolar modo nella gestione del territorio – ed ha solo parzialmente facilitato una effettiva armonizzazione delle norme di indirizzo e di controllo per i beni comuni.Gli studi di fattibilità al riguardo mettono “in evidenza che il superamento della forma Unione con la fusione permette di migliorare ulteriormente le economie di scala e, nel medio-lungo periodo, il miglioramento della qualità delle prestazioni di servizio, grazie all’attivazione di un processo di qualificazione e specializzazione del personale del nuovo Comune”.  Senza dimenticare l’immediata riduzione dei costi legati sia alla macchina amministrativa, nelle sue figure apicali che potrebbe portare, nel nostro caso, ad una riduzione pari al dimezzamento dei costi attuali, così come nei costi della politica, con particolare riferimento alla riduzione strutturale ed immediata degli amministratori politici: un Sindaco, cinque assessori e sedici consiglieri.Infatti, dopo che con la legge 265/1999, recepita poi nel Tuel, l’istituto della Fusione e quello della Unione dei Comuni vengono separati, divenendo due strumenti di riordino territoriale distinti, la normativa statale è stata recentemente oggetto di modifiche (spending review) si prevede che ai Comuni istituiti a seguito di un processo di fusione realizzato negli anni 2012 e successivi spetti, a decorrere dall’anno 2013 e per un periodo di 10 anni, un contributo straordinario che è commisurato al 20% dei trasferimenti erariali attribuiti per l’anno 2010 che si può facilmente quantificare oltre i 700.000 euro annui, anche se nel limite degli stanziamenti finanziari previsti. Oltre agli incentivi statali le Regioni hanno messo in campo propri sistemi di incentivazione economico-finanziaria a favore dei progetti di fusione. Agli incentivi finanziari specificatamente dati per la fusione, va sottolineato che il Comune unico, date le sue più ampie dimensioni, e nel nostro caso ci troveremmo ad essere il terzo Comune di quella che era la provincia di La Spezia, assume la possibilità di accedere con maggiore facilità a finanziamenti statali e regionali per specifiche politiche che risultano spesso preclusi ai singoli Comuni date le loro più limitate capacità di progettazione.Concludo senza dimenticare che la fusione dei Comuni deve sempre e comunque passare per un referendum popolare che può avvenire secondo due modalità. Per  iniziativa istituzionale, da parte dei vertici politici dei Comuni di Ortonovo e Castelnuovo Magra oppure per iniziativa dal basso, da parte di settori della società civile e/o forme organizzate di cittadini … in ogni caso: Comune di Luni…avanti tutta…