Posso insegnare ogni vento, ogni mare. Posso insegnare dei fiumi, dell’acqua, del pensiero che vola più forte, posso insegnare la morte, com’è, come affossa, ma non la ragion della stessa. Posso insegnare il perdono, il cielo che cambia celeste, ogni blu, il valore del buio, l’anima che avvolge me stesso e tutto l’universo. Posso insegnare il leggiadro, tremulo volo di un giglio, nel vento: - un petalo. un tormento.- E poi la neve che brilla nel grigio e balena sugli occhi e poi il freddo contatto che sfuma e squaglia il cristallo. Posso insegnare le mani, il valore del tatto, il silenzio, l’essenza d’assenzio. La testa che vomita vita. Posso insegnare l’arte, il controllo dei tasti, anche quando vanno da soli, scriventi, senza rigor di cervello. Posso insegnare a capire che fermarsi è perfino più bello. E guardare. E sapere che quello è il rumore del mare. Senza vedere. Posso insegnare l’amore, nella declinazione già data, l’affetto, il piacere, il diletto. Posso insegnare a vivere il sogno, il momento e il tormento; e sposarli nel vento, leggeri, indifesi. Posso insegnare a proteggere, avvolgere, sorreggere, sacrificare. Posso insegnare ad amare il sorriso, in ogni persona, in un cane, nel canto di un cigno appena sbocciato. E infine capire che il buio è solo un bel sole, anzi è il sole più bello, quello ancora non nato.
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il 13/11/2014 alle 18:35
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il 18/07/2012 alle 22:16