Ossessionando

La gatta con gli stivali (e ci lascia lo zampino)


Ancora tre-giorni-tre di ferie e una miriade di cose da fare.Così ieri, stilato un elenco mentale nitidissimo (si fa per dire, che di nitido nella mia vita di miope dall'età di dieci anni e da quando poi sono diventata pure presbite ormai non c'è più nulla) mi riproponevo di compattare le giornate per riuscire a fare almeno buona parte di quell'enorme tutto.Purtroppo ieri ho commesso un errore imperdonabile.Essendo in visita dalla genitrice, ho trascorso dodici ore di fila - tragitto in auto compreso - con indosso un paio di stivali appena comprati. Sia ben chiaro, un tempo non mi buttavano giù nemmeno le peggiori tempeste e salda come una roccia affrontavo qualsiasi evenienza, dalle passeggiate in montagna febbricitante agli appuntamenti galanti in posti sconosciuti senza neppure l'ausilio non dico di un tom tom ma neanche di una misera piantina pieghevole. Oggi invece basta un paio di stivali un po' stretti per mettermi fuori uso.Dopo una notte di dolori lancinanti al piede e al polpaccio, la mia fisioterapista - che stamattina si è divertita a manipolare il mio arto inferiore sinistro come se fosse un oggettino antistress a sua completa disposizione - ha sentenziato che devo starmene a riposo e al caldo per far passare l'infiammazione.Niente palestra, niente uscita per la mostra di Picasso, niente giro di ricognizione presaldi, soprattutto niente spinning.E io, che tra i buoni propositi di inizio anno avevo messo in priorità uno proprio l'attività fisica per arginare gli effetti dei recenti stravizi alimentari, ora mi dedico all'unica che per il momento mi è concessa: dare sonore testate contro il muro.