Latuaossessione

Post N° 85


Lo so che i bilanci sono sempre noiosi. Per me che odio le cifre, le percentuali e soprattutto il dover far quadrare i conti (cosa che nella mia vita non capita praticamente mai) ancora di più.Ma un bilancio piccolo piccolo di questi mesi di blog vorrei proprio farlo.Quando avevo la mia prima scheda, sarolatuaossessione, i contatti erano pochini e abbastanza freddi. Mi sono chiesta che cosa sia cambiato da allora. A parte il blog, naturalmente.Galeotta fu la foto.Il gancetto di un reggicalze, il bordo della gonna sollevato, la pelle di una coscia morbida che fa capolino tra il nero della calza e quello della gonna in pelle.La foto.Che ha inaspettatamente solleticato le fantasie più nascoste, che ha intrigato, dato il la, fatto sognare, fatto costruire castelli in aria, dato una sorta di identità visibile ad una creatura invisibile. Strano, questa visibilità non si riassume in un volto, come succede normalmente, ma in una parte di coscia sublimata dalla malizia del reggicalze, antico strumento di seduzione abbandonato per strada a favore della comodità del collant e la cui riesumazione fa gridare entusiasticamente al miracolo.Già, il miracolo. In un mondo dove tutto è ostentato con la massima disinvoltura, ho mostrato un lembo di pelle. Fatto che di per sé non scandalizzerebbe nessuno. Avete presente come vanno a scuola le tredicenni? Pancia scoperta, spalle nude, schiena a vista, seno in bella mostra. E io che i tredici anni li ho festeggiati tre volte ormai
, mi sono ritrovata ad essere la causa di qualche pensiero impuro (come lo chiamavano una volta i sacerdoti – oggi non so, non frequento molto la parrocchia) di troppo.Ma sarei un’ipocrita ad affermare che non era quello che volevo. Anzi, era esattamente ciò che desideravo, anche se le mie aspettative erano ben al di sotto della realtà.Quando mi sono scelta questo nick (a proposito, ne ho naturalmente altri e mi piacerebbe che qualche aficionado del blog mi scoprisse – non è poi così difficile individuarmi - e venisse a trovarmi) avevo ben presente quello che volevo essere. Il dizionario che ho in casa (un regalo di mammà che si è rivelato una pessima scelta) snocciola: <<fenomeno psichico patologico che si manifesta sotto forma di idee, parole, immagini insistentemente presenti al di fuori della volontà con conseguenti squilibri della personalità>>. Ecco, io avrei proprio voluto causare qualche lieve problemino psichico al malcapitato di turno. Non che non ci sia riuscita, per carità.Diciamo che qualcuno mi ha dato grandi soddisfazioni in tal senso.L’ho ossessionato per bene, come piace a me; ho percepito il desiderio, il bisogno, la fissità. Mi sono nutrita della sua necessità di comunicare, parlarmi, vedermi, sentirmi, toccarmi. Come un vampiro ho bevuto qualche goccia del suo sangue, ho camminato sentendo il suo alito caldo dietro di me, a brevissima distanza, mi sono addormentata sapendo che anche soltanto l’abbassarsi delle mie palpebre sarebbe stato per lui uno spettacolo di cui avrebbe saputo gioire appieno.Ma me ne sono ben guardata dallo starmene immobile sul mio piedestallo.E adesso?Soddisfatta quanto basta per andarmene una volta per tutte da qui, tornare ai miei profili anonimi e assolutamente innocui oppure ormai presa completamente negli ingranaggi, del tutto incapace di smetterla con questo gioco di cui sono carnefice e vittima al tempo stesso?