Lo conosco da poco, molto poco, troppo poco - oserei dire. Eppure mi sorprende dimostrando una sensibilità e una familiarità che non ha precedenti.
Ieri mi dice che gli piacerebbe mangiare con me perché pensa che a tavola io sia come a letto. Non ricordo bene l'aggettivazione che ha usato, ma intendeva dire golosa, sfrenata nell'apprezzare gusto e piacere, insaziabile - forse.
Lo sono.
A tavola, a letto, nelle cose che faccio.
Fatico a moderarmi, a essere parsimoniosa nei sentimenti, a darmi dei limiti.
So che dovrei smettere di mangiare biscotti sulla tastiera del pc, di fare telefonate erotiche che accendono incerti pomeriggi primaverili, che dovrei almeno concedere al mio compagno di letto di pensare a qualcos'altro che non sia una parte di me mentre siamo tra le lenzuola.
Lo so, ma non ci riesco...