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IL MIO SCOOP SU OBAMA.


In questo mondo sempre più globalizzato può capitare che una bambina di nome Stefanie nata in italia da genitori keniani, che tanti anni fà hanno lasciato l' Africa per cercare fortuna nel nostro paese, vada a scuola con un' altra bambina marchigiana purosangue, mia figlia.  Può capitare che dei bambini della scuola primaria intuiscano cheBarak Obama forse potrebbe diventare il futuro presidente degli    Stati Uniti e ne parlino in classe. Può capitare che quella bambina cerchi credito verso i suoi compagni   raccontando che - lei quel Barak Obama lo conosce davvero perchè, anche se abita in America, la sua famigliad'origine, invece, sta ancora in un villaggio, in Africa, vicino a quellodel suo papà e della sua mamma e Obama a volte ci torna -.Così tua figlia torna a casa dicendo che una sua compagna conosceil futuro presidente degli Stati Uniti alla vigilia delle elezioni, ieri, ed,oggi, anch'io ho il mio scoop su Obama. Essere un bravo Presidente degli Stati Uniti non sarà affattosemplice. Gli Americani confidano in lui per un cambiamento ma, con loro, tutto  il resto del Mondo e,soprattutto, l' Africa. Penso all' esempio che la sua elezione potrebbeessere  per l' Europa e, soprattutto, per l' Italia dove la realtà è,anche,  quella di  una 5^ elementare (post-riforma Gelmini) dove mia figlia  convive con  altri 20 bambini italiani, 2 polacchi, 1 romeno, 1 slovacco, 1 filippino, 1 cinese, 1 keniano, 1 marocchino. Senza distinzioni fanno  il capoclasse a turno, se c'é chi non capisce bene l' italiano ci si "arrangia" anche con l'inglese e ci si diverte a raccontare della propria  terra di origine certo non senza difficoltà. Qualcuno vorrebbe cambiarla  mentre c'è chi, come me, su questa realtà e sulle parole pronunciate da un Presidente che sta a migliaia di kilometri basa le proprie speranze di un mondo migliore. Buon lavoro Obama ma soprattutto buon lavoro bambini.