Ho portato la Marziana a cavalcare i pony. Ero seduta fuori, al sole, ad aspettarla e stavo giocando con due gattini trovati lì al maneggio. Ad un tratto ho avvertito uno sparo, decisamente troppo vicino, che mi ha fatto sobbalzare sulla sedia. Un secondo dopo, tempo necessario a mandare a quel paese quello che avevo intuito essere un cacciatore, qualcosa dieci metri di fronte a me squote le fronde di un albero rovinando a terra. Mi avvicino e, così, riconosco una fagianella che ha il lungo collo ripiegato sul petto. Nel frattempo, anche l'operaio del maneggio che stava pulendo i box dei cavalli s'avvicina. Dall'aspetto giudico che possa essere del Bangladesh. Osserva la povera bestia e, poi, con un gesto decisamente poco indiano, agita la mano con le dita tutte unite al pollice, su e giù, verso di me a significare: - Cos'è? Che è successo? - Gli rispondo che un cacciatore ha sparato, decisamente troppo vicino al maneggio e, rischiando di ferire qualcuno, ha colpito un fagiano. E aggiungo: - Voglio proprio vedere se avrà anche il coraggio di venirlo a reclamare? - Lui mi fa, evidentemente curioso: -E' buono? - Ed io: - Oh si! Se è per questo. è buono si! - E mi allontano volutamente per fare una passeggiata e con una speranza nel cuore. Torno dopo 10 minuti, la fagianella non c'è più e l'operaio sta di nuovo spazzando i box. Sulla strada di casa ho, poi, sorriso. Ho augurato a tutti i cacciatori di centrare un uccello ma solo quello rosa, piccolo, molto piccolo ed implume che si ritrovano tra le gambe, stra-contenta che il fagiano sarebbe stato la cena di un giovane immigrato dal Bangladesh.