OutOfTarget

Un tempo ragionevole.


  Sono ormai 3 mesi che Andrea non può più scrivere sul suo blog.  Continua, però, a mandare messaggi al nostro cuore e, rientrando nel suo spazio, ho trovato una dedica che mi ha molto colpito: il tuo era "un ciao lungo un intero messaggio".  Prima che ci lasciasse, anche a me arrivò il suo "solitario" Ciao. Intuii, solo dopo che si trattava di un Addio che, da allora,  risuona in me ricordandomi di attribuire il giusto peso agli accadimenti della vita, sempre. Infatti, era una delle sue principali raccomandazioni: - ricordarsi, in ogni istante, del valore della vita -. Ed io tento di attenermici più che posso cercando di bandire momenti di sconforto e arrabbiature. Un'altro pensiero che mi coglie spesso, da quando non c'è più,  riguarda proprio il tempo che ci è concesso.  Chiedendo a chiunque quanto pensa durerà la sua vita, prima mi guarderebbe basito  per la domanda, poi, mi risponderebbe che si augurerebbe di morire vecchio, vecchissimo e che, nel frattempo, preferirebbe non pensarci.  Eppure tutti sappiamo che potrebbe non essere così e che potremmo andarcene fra un anno, una settimana, domani mattina. E' la più grande illusione che ci autoinfliggiamo nel tentativo di (soprav)vivere quando, forse, proprio grazie all'acquisizione della coscienza della propria morte potremmo attribuire maggior valore, e sapore, alla nostra esistenza. Allo stesso modo lasciamo che il tempo giustichi la morte. Ci rassegnamo pazienti di fronte al lutto per una persona anziana mentre è difficilissimo, a volte impossibile, guadagnare serenità di fronte alla perdita di un bambino o di un giovane. Tralasciando l'influenza di convinzioni religiose presenti o assenti che siano, il sentimento della morte  non fa parte della nostra cultura. Ci insegnano  dottrine di ogni tipo, altrettanti principi etici, innumerevole regole comportamentali per il vivere civile ma nessuno ci insegna a morire. E' una mancanza enorme a cui ognuno di noi dovrà supplire da solo o, se fortunati, con l'aiuto, e l'indicibile ed inevitabile dolore, delle persone care, altrettanto impreparate. Così, la dignità espressa da alcuni nell'affrontare la morte rimane per noi l'insegnamento più grande. Grazie Andrea. Ci hai mostrato come si deve vivere intensamente il proprio tempo, ora sta a noi non sprecare il tuo prezioso insegnamento.