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Terremoto in Abruzzo


  L’angoscia dopo la catastrofe, come gestire la paura dei bimbiIl rischio principale si chiama 'angoscia catastrofica', si vive nella paura irrazionale che accada qualcosa. Non si riesce a dormire e a mangiare. Attenzione ai bambini e agli adolescenti, i genitori devono essere un punto di riferimento forte. Come comportarsi durante e dopo la scossa, come trattare le proprie paure e quelle dei propri figli. Ecco i consigli della psichiatra
Si crea uno stato di allerta continua nei giorni successivi all’esperienza. Per questo non si riesce più a dormire e a vivere una vita serena. È come se si attendesse l’arrivo di una nuova scossa, da un momento all’altro”. La persona colpita da ‘angoscia catastrofica’ diventa incapace di controllare e gestire le pressioni esterne. Tutto diventa panico.Le reazioni psicologiche al sisma, come affrontarle. Si chiama stress da calamità, ed è la reazione più frequente negli adulti. Le conseguenze sono paura, panico, ansia, fobie. Oppure, nei casi più gravi, si creano veri e propri attacchi di panico. “In queste situazioni – continua la Galeota – è fondamentale che i genitori non perdano il controllo. Che stiano calmi e abbiano la forza di rassicurare i più giovani. Perché un bambino se smarrisce il proprio punto di riferimento, perde la calma, la tranquillità. E questo può innescare anche altre patologie. Come ansia, paura, angoscia e reazioni somatiche. La paura e l’angoscia sono così, quando non si riescono a controllare sfogano verso l’esterno in qualsiasi modo”. I bambini e la paura: cosa fare, cosa evitare. “Per evitare reazioni di panico o di ansia – continua la Galeota – bisogna stare attenti agli adolescenti e ai bambini. Ovvero a chi rischia di più. Un genitore deve evitare di sottovalutare le paure del proprio figlio, di mostrarsi debole, di respingerlo, di trasmettere le proprie ansie e angosce, di ridicolizzarlo perché teme il peggio.Deve invece mostrare di aver fiducia nel bambino per quello che è in grado di fare, deve essere un punto di riferimento, deve mostrarsi pronto ad ascoltarlo quando parla delle sue paure, deve spiegare che non ha nulla da temere”.Adolescenti, come trattarli. Attenzione a non considerare gli adolescenti come adulti. “Prestare particolare attenzione a chi tende a isolarsi dal gruppo dei coetanei. Utilizzare sempre un linguaggio che aderisca il più possibile al principio di realtà, tenendo naturalmente conto dell’età e delle possibilità cognitive degli interlocutori e, soprattutto, degli affetti che si agitano nella mente dell’adolescente”. E se il soggetto è patologico? Paradossalmente reagiscono meglio: chi è più depresso sa gestire il panico. “In ogni caso – aggiunge la specialista – è importante agire tempestivamente. Servono equipe di psicologi, psichiatri che si rechino sul posto per offrire un sostegno psicologico alla gente. Per curare chi è stato colpito dalla reazione acuta da stress, ovvero da un attacco di panico, evitando che questa si trasformi in un disturbo post-traumatico da stress”.Cosa fare durante una scossa. Sono quattro i consigli: “Controllare le nostre reazioni emotive forti, come il panico e l’ansia. Razionalizzare i comportamenti che aiutano a salvaguardare l’incolumità di tutti. Evitare di mostrarsi spaventati, per i bimbi la paura è contagiosa. Contenere le paure dei bambini rassicurandoli”.Cosa fare dopo il sisma. Riacquistare il normale ritmo di vita. Anche se si tratta di tornare in locali di emergenza è importante che si abbia la percezione che si è tornato alla normalità della quotidianità. Con i bambini che sono intrappolati in fantasie angoscianti si possono indicare soluzioni positive in modo da trasmettere coraggio e fiducia nel futuro. “Infine – conclude la Galeota – è importante coinvolgere adolescenti perché quando una comunità subisce una ferita di questo tipo, il desiderio di sottrarsi alle comuni regole della convivenza sociale può aumentare, dando luogo a comportamenti devianti..