Creato da ladymiss0 il 12/07/2008

Scritto sul corpo

c'è un codice segreto, visibile solo in certe condizioni di luce, quello che si è accumulato nel corso della vita.In certe parti il palinsesto è inciso con forza tale che le lettere si possono sentire al tatto, come fosse stato scritto in Braille.Preferisco tenere il mio corpo ripiegato, al riparo da occhi indiscreti, mai aprirsi troppo, svelare tutta la storia. (J. Winterson)

 

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ALTRO CHE COMPUTER, STA DIVENTANDO UNA TENDENZA PERSONALIZZARE IL CORPO, CON LA TECNOLOGIA

Post n°52 pubblicato il 15 Giugno 2009 da ladymiss0

LEGGEVO UN VECCHIO HACKER JOURNAL  sul modding corporeo e in rete ho trovato questo:guarda

(Radio Frequency IDentification)

A quando un RFID su per il c..o mentre magari mi appisolo un attimo dopo pranzo??


- E' il momento dell'uomo bionico o il chip sottopelle è soltanto la moda del momento che svela una nuova tecnologia che con le mode ha poco a che fare? Negli stati Uniti - racconta la Rete - tra i giovani è trendy farsi installare piccolissimi microcircuiti che permettono ai sensori posti dietro la porta di casa di riconoscerti e farti entrare.

Niente chiavi dunque ma solo una mano che si avvicina all'uscio. Un giovane canadese addirittura nel suo blog racconta di due impianti e della sua ragazza che ha fatto lo stesso, risparmiandosi la fatica di inserire password sui personal computer.

Oppure, è il caso di una discoteca spagnola: lì i clienti entrano senza passare dalla cassa. A riconoscerli è sempre un chip indossato sotto la pelle. In Gran Bretagna poi, Kevin Warwick, uno dei pionieri di queste ricerche, sta cercando di far dialogare sistema nervoso e silicio in modo tale da trasmettere direttamente i suoi comandi cerebrali in maniera digitale.

Impazza insomma la Radio Frequency IDentification (RFId) la tecnologia hi-tech da impiantare: che permette il riconoscimento automatico di persone, ma anche oggetti e animali.

In sintesi un microchip che contiene dati (tra cui un numero univoco universale scritto nel silicio) e una antenna che permette di ricevere e di trasmettere con radiofrequenze i dati. Una carta di identità sempre a vista, indistruttibile e a prova di truffe. E che domani secondo i profeti del cyborg potrebbe fare chissà cosa grazie a tecnologie come l'RFId.

Interrogativi a cui Giovanni Miragliotta, l'ingegnere a capo dell'Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano, che si occupa del monitoraggio del mondo italiano dell'RFId, preferisce però rispondere con grande cautela: ''Perché sono cose che colpiscono, ma è roba da fantascienza. Mentre noi siamo ingegneri. E ci sembra già un grande passo in avanti quello di potersi liberare dalla necessità dell'identificazione ripetitiva che contraddistingue il nostro quotidiano''.

L'ingegnere del Politecnico spiega a Ign, testata on line del Gruppo Adnkronos, gli obiettivi attuali della RFId: ''Piuttosto che l'applicazione del chip sottopelle, su cui personalmente ho delle riserve, credo che l'RFId possa invece permettere di migliorare la qualità della vita''.

Cioé, facendo un esempio: ''Quando mi reco in Comune per avere dei certificati, se ho un chip in una carta che tengo nel taschino potrei riuscire a non avere più bisogno della compilazione di tanti moduli, che mi chiedono sempre le stesse informazioni, per esempio anagrafiche, e rivolgermi direttamente allo sportello per ottenere ciò che mi serve''.

Questo, aggiunge l'ingegnere del Politecnico, ''è quello che intendo per liberarsi dalla 'ripetitività della identificazione'''. ''E questo vale in Comune, ma anche in tantissimi altri posti: dall'ospedale ai mezzi del trasporto pubblico. In Italia l'RFId è sviluppato, e ci sono, restando al sistema dei trasporti, a Brescia e a Milano, solo per citare due casi, già abbonanamenti che permettono il riconoscimento del titolare che viaggia tramite chip basati sulla tecnologia RFId''.

Tornando al discorso del chip sottopelle, che la stessa Authority per la privacy ha giudicato inammissibile, Miragliotta ricorda come ''in Italia c'era stato un progetto ospedaliero che prevedeva, in accordo con il Garante per la protezione dei dati personali, l'inserimento di chip nei tessuti per una categoria di malati, quelli in stato di incoscienza''.

Ma anche in questo caso ''il progetto è rimasto sulla carta''. Al di là delle realtà più di frontiera, più legate a cibernetica e uomo bionico, più da film che da laboratorio (attuale), Miragliotta punta l'attenzione sugli usi che già vengono fatti in Italia delle RFId. L'Osservatorio del Politecnico infatti fa un monitoraggio continuo delle applicazioni. Presenti nel settore manufatturiero, dove permettono di 'taggare' i prodotti in lavorazione, e in quello agricolo, dove invece i chip permettono di identificare e raccontare la storia dei capi d'allevamento.

Oppure ancora alcune stazioni sciistiche che danno ai loro clienti card con chip che permettono risalite e discese''. Oltre al monitoraggio l'Osservatorio analizza con le aziende interessate i casi d'uso di questa tecnologia, aiutando i manager a scegliere le strategie. ''Come nel caso della Dafne, consorzio farmaceutico che sta valutando con noi RFId per controllare i carichi di farmaci in lavorazione''.

Una tecnologia che è di buon livello, in alcuni casi già utilizzata a regime, ma non ancora all'altezza degli Stati Uniti e del Giappone, dove le tecniche di identificazione col chip sono già più diffuse e soprattutto vengono associate alla possibilità di micropagamenti.

''Negli Usa e in Giappone chi dispone del chip può fare anche dei micropagamenti che utilizzano il conto corrente di chi è già stato identificato correttamente dalla tecnologia a radiofrequenze. Ma si tratta -aggiunge- di realtà ancora sperimentali che avranno bisogno di tempo per essere messe a punto e diventare veramente utili''.

(Adnkronos)

da:

Sandro

Pascucci

 

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Commenti al Post:
trampolinotonante
trampolinotonante il 15/06/09 alle 22:59 via WEB
Gentilissima ladymiss, comu stai? Jou stai bbonu! Face nu picca de caddhu, quai! Poi modena , si sa, qui è padania, umida quanto basta. Tempo addietro avevo fatto alcune riflessioni in merito a tale argomento. Mi erano piaciute, pertanto mi permetto di riproportele succintamente, sperando di non annoiare, naturalmente. Comincio col dire che siamo fatti di carne.Meno male! bella scoperta! vidimu addhu à parare! Anche se perfetti siamo intrisi di malattie e di imperfezioni. Così come è ora , il nostro corpo può dirsi obsoleto, ( parla pe tie , trampolinu!!) inadeguato, non in grado cioè di affrontare i miliardi e miliardi di informazioni che la fortissima accelerazione tecnologica sta mettendo in campo e che sempre più lo rivela “PRECARIO” come organismo biologico, cioè, che stenta a stare a passo con i tempi( li reumatismi!!). Qualora la mente umana prendesse atto e divenisse consapevole di questa precaria condizione, potrebbe pianificare delle “ strategie evolutive capaci di RIDEFINIRE lo stesso organismo biologico che la contiene e , al pari del bruco e della farfalla, essere capace di RIMODELLARLO, DI RIFONDARLO ,sensorialmemte, INTERVENENDO DIRETTAMENTE SU DI ESSO, partendo dalle sue stesse forze endogene. Questo processo scientifico è già iniziato. Si sta tentando un corpo AMPLIFICATO dove i processi corporali sensoriali quali vista , udito, tatto, onde cerebrali, muscoli, cuore, circolazione sanguigna, movimenti degli arti, ecc.. vengono amplificati in modo da consentire sia la spontaneità gestuale sia un comando che agisca in parallelo amplificandone la valenza e le prestazioni Perchè dico “ sensorialmente”? Faccio un esempio. I limite del confine dei nostri sensi è l’epidermide. Ma non pensate voi che gli stessi satelliti che ormai girano attorno a noi e viaggiano nello spazio , costituiscano già una espansione del senso della vista? Già il cannocchiale di Galileo era una rudimentale estensione della capacità sensoriale! I cannocchiali a raggi infrarossi danno lo stesso risultato. Il codice genetico finora è stato il limite del confine fra l’umano e il mistero dell’esistenza, fra la realtà e il soprannaturale. Ora è possibile intervenire sul codice genetico. Ho letto che” la stabilità del corpo è garantita dalla stabilità anatomica e dal codice genetico, rimasti immutati da tre milioni di anni”. ( cce vecchi ca simu!!!) Io aggiungo che con il progetto GENOMA il codice genetico è stato individuato e tale stabilità non è più assicurata in quanto si può agire direttamentesu di esso. Se ne potrebbe costruire addirittura uno alternativo. Questo è il punto!. Si possono e si stanno tentando strategie di liberazione dal dominio di modelli attualmente esistenti :COME DA BRUCO DIVENIRE FARFALLA ( visciu Cocciante ca sta pija appunti) Attraverso un processo estensivo corporeo si può ridisegnare un corpo che abbia un metabolismo più resistente, che diventi più longevo.Questo porterebbe a cambiare radicalmente i concetti di nascita e di morte.. Per intervenire sul controllo delle nascite si può affermare che già ora la fecondazione può avvenire fuori dall’utero e l’alimentazione del feto può effettuarsi in un sistema artificiale.Allora, potendo ridefinire il corpo ciberneticamente, la nascita può non essere più necessaria come processo riproduttivo. Inoltre è nata la nanotecnologia. Ormai i robot microminiaturizzati possono circolare nel nostro corpo, controllando vasi sanguigni e organi interni. Quante cose finirebbero per essere obsolete.Si può dedurre alla fine che si può passare da una immagine individuale che ha per confine la pelle a un’immagine di sé estesa al satellite. Cioè il satellite è parte di me e l’io è parte del satellite. Si può dire, infine, con il fisico De Kerkhove che” il corpo si sgancia dall’agonia della fisicità subita come territorio immobile e alienante e si proietta come macchina ubiqua”. Esattamente come il bruco e la farfalla. Bruco come territorio immobile e farfalla come corpo ridefinito e come macchina in grado di essere in più parti. Non sto parlando di costruire dei robot, né della clonazione della pecora Dolly - quelli sono problemi di natura diversa - ma di ridisegnare il corpo e quindi l’esistenza. Quali interrogativi nascono? Quali sono e saranno i problemi etici da affrontare, fin d’ora penso? Il Dio che suscita, che affanna e che consola , cosa farà? Mi auguro anche e soprattutto che tali progressi possano servire a rimodellare anche organismi resi imperfetti dalle vicissitudini amare della vita. questo tenevo da dire. Le risposte potrebbero essere tantissime. Vidimu tie ccè sai cu me dici! te'mbrazzu!! tt
 
 
ladymiss0
ladymiss0 il 16/06/09 alle 10:36 via WEB
Grazie per il commento, no, non mi annoi né mi imbarazzi, Sono arrivata alle tue stese conclusioni e speranze??!!
 
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