PANFILI Gianni

Ranner del mese di dicembre 2010 Asics


Con molta soddisfazione sono diventato il runner del mese di dicembre 2010 del forum MyAsics.Grazie della riconoscenza datami dall'Asics.Qui di seguido il link:http://www.myasics.it/blog/apri/149ovvero: Avevo iniziato a scrivere due righe in occasione della Maratona di Berlino, ma poi è arrivata la chiamata di Giorgio, allora mi sono catapultato con il pensiero su nostro Forum. Ebbene sì, sembra impossibile, ma sinceramente vedere lì nella bacheca che Giorgio mi aveva cercato mi ha fatto un certo effetto. Sarà forse la passione che provo per questo sport, sarà forse il fatto di condividere tante idee con Voi, sarà forse la circostanza che il forum è un amico che sai che stà lì e ti accompagna per tutta la giornata, ma essere il ranner del mese mi ha fatto emozionare. Mi giungono a casa un paio di scarpette Asics Tarther, bellissime bianche con le strisce che contraddistinguono il marchio rosso amaranto. Sono leggerissime, scarpe che indosso solamente in gara. Come i migliori pneumatici, il battistrada è morbidissimo: certo che queste scarpe non potranno fare moltissimi chilometri ma quei chilometri che faranno saranno di altissima qualità. Sono morbide anche se l’intersuola è molto reattiva, la parte anteriore dà il massimo di se stessa dandoti un’incredibile spinta al momento dello stacco da terra. La parte posteriore più morbida consente un ottimo ammortizzamento al momento del contato con il terreno. Incredibile grip, grazie ai piccoli tacchetti in gomma, che garantiscono un’eccezione aderenza al terreno anche con asfalto viscido. Non voglio annoiarvi scrivendo come ho iniziato a correre, ma come tutti noi, ho iniziato per scherzo, per motivi di salute e per cercare di buttar giù qualche chilo. Non voglio annoiarvi cercando di descrivere le emozioni che si provano a raggiungere determinati risultati, ognuno di noi prova delle emozioni incredibili tagliando il traguardo al di là del crono, ma voglio esprimere i miei pensieri su cosa rappresenta e cosa ha rappresentato per me la corsa. La corsa è come una droga, inizialmente l’assumi a piccole dosi, poi, piano piano, senti il bisogno di aumentare le dosi, e poi come una droga, grazie alle endorfine che produce, non riesci a staccarti. La corsa mi ha cambiato la vita e tutt’ora fa parte di me, è una parte importante della mia vita e guai se in questo momento non ci fosse.Tutto inizia nel 2004 quando termino la mia prima maratona, piano piano la corsa s’impossessa di me, i discorsi con gli amici si incentrano sui tempi, sugli allenamenti, sulle gare, sull’alimentazione. Anche a casa, piano piano cambia qualche cosa. A cena vengono gli amici della corsa, e quando non ci sono gli amici della corsa i miei discorsi sono sempre gli stessi.Nel 2005 grazie a questa mia passione riesco, con tutta la famiglia, ad andare a New York. La maratona probabilmente era una scusa, ma facciamo veramente un bel viaggio, ci divertiamo e forse se non era per la gara non saremmo mai andati negli U.S.A., che è sempre stato un sogno per me e mia moglie.Non ti accontenti mai di quanto hai fatto, dici: “preparo questa maratona e se raggiungo l’obiettivo poi corro solo per divertirmi senza alcun stress”. Ma non è così, non puoi allenarti senza un obiettivo e quindi gli allenamenti aumentano lo stress pure e magari chi ti è a fianco piano piano non ti sopporta più.A casa non si mangia più quello che si mangiava prima, guai se la pasta è fatta con un sugo troppo pesante guai a mangiare del fritto e così via. Attenzione alla bilancia, la frequenza cardiaca a riposo e così via. Non vai più a cena con gli amici per paura di cosa si mangia al ristorante e così piano piano ti circondi di solo podisti. La tua vita è incentrata sulla corsa.Non ti rendi conto di quello che ti stà accadendo, pensi che il modo sia fatto solo di chi corre e chi non corre sia uno “sfigato”. Poi ad un certo punto il fisico di manda il conto e più sei “malato” e più caro è il conto: non riesci più a correre, devi fermarti ai box.Pensi di non ritornare più a correre, fai difficoltà a scambiare opinioni con gli amici del forun Asics pensi che se un giorno tornerai a correre non farai più la vita di prima, ma forse non è così. Nel contempo, la mia vita è cambiata, la famiglia non c’è più. Non è la corsa che ti porta a una separazione dopo 24 anni, ma sicuramente non ha aiutato ad evitarla. Allora forse bisogna meditare sugli errori fatti.Forse bisogna trovare la giusta misura, la giusta dimensione e lasciare che ogni cosa abbia i suoi spazi nella giusta scala dei valori. Penso che ormai il mio personale in maratona l’ho fatto, 02.36, non è da buttare, mi metto il cuore in pace consapevole che gli anni passano e che non potrò più avvicinarmi a tale crono. Piano, piano si ricomincia a calzare le scarpette: ma quanta fatica per fare un’oretta di corsa. La vita ora è un po’ più tranquilla. Le figlie si accorgano che il papà forse non era poi così cattivo e nasce un rapporto incredibile. La bilancia l’ho buttata, cerco di andare al parco quando ci sono gli amici, corro i lenti anche ad andature molto più lente pur di correre con un amico o amica, cosa che prima non avrei mai fatto, ero il ranner solitario. Ora la corsa forse ha trovato in me la giusta dimensione, corro per divertirmi per impegnare il mio tempo e per stare assieme ai compagni di corsa. Mi accorgo però, che i tempi in allenamento non sono da buttare, penso di iscrivermi a una Maratona, Parigi, e così piano piano la preparo. Un viaggio fatto da solo: ma sì, l’importante è trovare le giuste motivazioni e fare quello che mi piace. Incedibile: 02.39, non avrei mai pensato! Il tempo trascorre e capisci che forse qualche soddisfazione la puoi ancora ottenere e allora pensi ad una gara veloce in autunno, ma preparare Berlino non è facile con il caldo di luglio e agosto e allora, allenamento alla Berlin Marathon come ultimo lungo per poi fare Venezia. Grandi sacrifici, ma ora vivo solo, non ho problemi di orari o quant’altro e così arrivo a Berlino.  Stò bene, lo so che posso fare un grande risultato ed ecco lì un 02.34. Baratterei questo risultato con la famiglia tutta unita?Sì sicuramente sì, ma non è la corsa che l’ha rovinata. E allora cosa significa?Significa che il nostro mondo è fantastico che riesce a darti emozioni incredibili: gli occhi lucidi quando vedi Baldini che taglia il traguardo ad Atene, la lacrima quando vedi il crono sotto il traguardo, i tuoi cari che gridano il tuo nome quando ti vedono. Be forse pochi capiscono questo, o forse lo capiamo solo noi perché sappiamo quanti sacrifici, rinunce, forza di volontà nasconde il raggiungimento di un obiettivo.Significa che nulla viene per caso, ma forse trovando i giusti equilibri si riesce veramente a dare il massimo di se stessi, quindi, mangio quando ho fame, non faccio una tragedia se oggi non corro, non mi fascio la testa se in allenamento non tengo un determinato ritmo. Spero di aver trovato il giusto equilibrio, e spero per chi legge queste due righe ed è “malato” di corsa come me, che possa fermarsi e pensare un attimino perché possa trovare, continuando a correre, i giusti equilibri con se stesso e con le persone che lo circondano. Ora vado a correre e vediamo se c’è qualche amico che mi accompagna oltre le scarpette Asics, compagne che ti danno leggerezza, e voglia d’essere liberi con la loro morbidezza, anche se sai che potranno accompagnarti solo per qualche mese e poi le sostituisci con un altro paio di Asics.  Un pensiero doveroso a chi per qualsiasi motivo non riesce e correre ricordando che dopo la pioggia viene sempre il sereno.PANFILI Gianni